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ESPLORAZIONE E DOCUMENTAZIONE DELLE CAVITA' ARTIFICIALI SOMMERSE

Nella esplorazione degli ambienti ipogei sommersi l'intervento di subacquei specializzati si rivela indispensabile per acquisire informazioni (dati tecnici e immagini) diversamente non accessibili. Frequentemente la cattiva visibilità, conseguente anche al sollevamento dei depositi dal fondo, rende particolarmente complesse le operazioni di studio e documentazione. Queste immersioni sono considerate professionali e richiedono una corretta pianificazione e una opportuna valutazione dei rischi.

GLI OBIETTIVI DELLE IMMERSIONI 
Le esplorazioni speleo subacquee in cavità artificiali si svolgono principalmente in pozzi, cisterne, tratti sotterranei di antichi acquedotti, emissari artificiali dei bacini endoreici, miniere abbandonate. Lo studio è indirizzato alla comprensione delle antiche tecniche costruttive, alla finalità dell'opera e alla possibilità di ricostruirne la storia e le fasi di utilizzo. Trattandosi di ambienti confinati è solo la squadra speleo subacquea può decidere se il compromesso fra il contenimento del rischio e il progresso della conoscenza sia, o meno, accettabile.

RISCHI DELLA SPELEOLOGIA SUBACQUEA 
In termini tecnici e di rischio sono molte le similitudini che intercorrono tra l'esplorazione di una grotta sommersa e l'esplorazione di una nave affondata, quale caso forse più vicino alle cavità artificiali. Si tratta, ad esempio, dell'impossibilità di risalire sulla propria verticale, della necessità di uscire da dove si è entrati e di utilizzare metodiche ed attrezzature tipicamente speleosubacquee. Nell'ambito delle cavità artificiali sommerse c'è da rilevare che, spesso, tali strutture hanno perso la loro funzione primaria e la condizione di allagamento è dovuta ad abbandono, con conseguente rischio di degrado strutturale e ambientale. In questi casi l'immersione, oltre a presentare difficoltà di carattere tecnico, può presentare anche elevati rischi biologici.

RISCHIO TECNICO 
La scarsa visibilità e la precarietà degli ambienti, come ostruzioni o accumuli di detriti, possono provocare problemi allo speleosubacqueo, sia in termini diretti che indiretti come nel caso di un eventuale incaglio della sagola guida che costringa il subacqueo ad un intervento di disgaggio che solo un speleosub esperto è in condizione di eseguire anche ad occhi chiusi. Ne consegue che anche in zone a bassa profondità la progressione subacquea in cavità artificiali richiede attenzione, esperienza specifica di immersioni in ambienti chiusi e ostili, oltre all'utilizzo di complesse attrezzature.

RISCHIO BIOLOGICO 
Il fattore che condiziona in modo preponderante le ricerche subacquee in ambienti ipogei di origine antropica è l'inquinamento. Si rivela pertanto indispensabile analizzare le acque, i sedimenti e vaccinarsi (profilassi antitetanica, antitifica e per l'epatite A). Nei casi in cui le analisi confermino la presenza di fattori di rischio si può optare per il prosciugamento dell'area e la successiva riqualificazione e bonifica, oppure effettuare immersioni con attrezzature che proteggono lo speleo sub da qualsiasi contato diretto con l'acqua e con i fanghi ma che, nel contempo, limitano fortemente la libertà di movimento.

VALUTAZIONE DEL RISCHIO 
Le immersioni richiedono una preventiva valutazione del rischio e la definizione delle misure di prevenzione e protezione per tutti gli operatori, sia coloro che si immergono che dei collaboratori di supporto. Il che richiede un sistema di responsabilità con funzioni diverse: organizzazione delle immersioni, corretto svolgimento delle stesse, rispetto delle regole normative, valutazione delle implicazioni di responsabilità penale e civile.

E NON FIDARTI MAI ... NEMMENO DELL'ARIA CHE RESPIRI 
Non è infrequente la probabilità che oltre un sifone (un ostacolo più o meno lungo o profondo dopo la quale si possono trovare ambienti non completamente sommersi) l'aria sia irrespirabile. In cavità artificiali, emergendo in zone isolate, ci si può trovare in presenza di gas tossici/mortali dovuti a scarichi civili o industriali, attività termale o vulcanica. Non sporadicamente si incontrano rarefazione di ossigeno e alte concentrazioni di C02 conseguenti alla marcescenza di materie organiche. Ci si protegge continuando a respirare anche dopo emersi dal rebreather (apparato per la respirazione subacquea, a circuito completamente chiuso o semichiuso) o dagli erogatori collegati alle bombole, fino a quando i rilevatori di gas non indichino parametri accettabili.

Mario Mazzoli, Carla Galeazzi, Marco Vitelli
(CNS SSI - Commissione Nazionale Speleosubacquea - Società Speleologica Italiana, ASSO -Archeologia, Subacquea, Speleologia ed Organizzazione, EGERIA - Centro Ricerche Sotterranee, HYPOGEA - Ricerca e Valorizzazione Cavità Artificiali, CNCA SSI - Commissione Nazionale Cavità Artificiali - Società Speleologica Italiana)

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