Un team di speleosubacquei, provenienti da diverse località, italiane ha ripreso, con successo, l’esplorazione della sorgente di Su Gologone interrotta da diversi anni. Nel corso della settimana tra il 21 e il 28 maggio 2010, un Team composto da speleosub di diversi gruppi e località ha effettuato la posa delle bombole lungo le due linee di sicurezza e quella di progressione, gestito i progressivi avvicinamenti alla quota massima precedentemente raggiunta grazie al lavoro di speleosubacquei dotati di respiratori a circuito chiuso. Verificata l’affidabilità del precedente rilievo, redatto da Jacques Brasey e Olivier Isler, il team ha proseguito verso distanze e profondità maggiori.
E’ stato così possibile, con una immersione di Alberto Cavedon per una durata di 300 minuti, estendere la conoscenza della sorgente di altri 155 metri e per una profondità aggiuntiva di 28. Sono state cosi raggiunte, impiegando un rebreather HBT Voyager a circuito chiuso, una lunghezza totale di 510 metri e una profondità massima di 135 dove la condotta comincia a risalire. Alberto ha voluto dedicare la nuova condotta alla memoria di Paolo Costa, documentarista e speleosubacqueo, tragicamente perito nella risorgenza.
Il Team era composto da: Alberto Cavedon, Stefano Barbaresi, Gilberto Bonaga, Massimo D’Alessandro, Attilio Eusebio, Leo Fancello, Fabio Ferro, Carmelo Logias, Maria Masuri, Mario Mazzoli, Maria Teresa Pilloni, Bernardino Rocchi, Marco Vitelli.
Prezioso si è rivelato il supporto degli amici della società di gestione del “Parco di Su Gologone”: Franco Puddu, Tore Puddu, e Claudio Piras.
Fin dagli anni '60 diversi speleosub italiani avevano esplorato la sorgente, ma sempre a profondità modeste. Le prime performance di un certo livello risalgono al 1980 con il famoso speleosub tedesco Jochen Hasenmayer e al 1981 con gli speleosub inglesi che raggiunsero i 46 metri di profondità. Nel 1982 gli speleosub francesi Penez e Le Guen raggiunsero quota -70m, affermando di aver trovato il fondo della risorgente. Verso la fine degli anni '80 sono gli svizzeri e i francesi, guidati da Olivier Isler che con una serie di difficili ed estreme esplorazioni raggiungono i – 104 m. Nel 1992 nel corso di un tentativo di esplorazione, per una serie di tragiche e concomitanti fatalità perde la vita lo speleosub svizzero del team di Isler: Jacques Brasey, che fu uno dei protagonisti delle esplorazioni precedenti e autore del rilievo esistente.
Nel 1996 Olivier Isler riprende l'attività speleosub e ritorna a Su Gologone utilizzando l'R.I. 2000, un rebreather (apparecchio che ricicla in parte i gas respirati) che gli consente una lunga autonomia. Purtroppo il maltempo impedisce la riuscita dell'impresa. Nell'ottobre del 1997 sul libro delle esplorazioni veniva scritto il capitolo conclusivo: l'immersione che porta Isler al fondo della grande sorgente, a 107 metri di profondità e ad una progressione di 370 metri.
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