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venerdì 5 agosto 2011

PRUE ROSTRATE SULLE MONETE ROMANE (dall'ultimo numero della rivista "L'Archeologo Subacqueo")

La figura della nave da guerra a remi,per il suo valore evocativo, si è proposta nel mondo greco già a partire dal periodo miceneo, attraverso l'arte geometrica ed arcaica (dai modelli fittili, alle pitture vascolari), ma il suo significato di trofeo o di monumento si venne a configurare soprattutto a partire dal periodo classico con le prue di navi da guerra raffigurate sulle monete, come quelle di Zancle (Messina) del V-IV sec. a.c. Nel periodo ellenistico questo intendimento celebrativo fu enfatizzato, in quanto i principati tra la Grecia, la Tracia e la Siria hanno imposto sulle loro monete l'immagine del potere marittimo tramite la figura della prua o dell'intera nave da guerra, richiamandosi ai monumenti, anche quando veni va proposta la sola parte prodiera della nave.
La sola prua si ricollega direttamente alla serie di monumenti navali delle piazze di Cirene e di Roma (i rostri) o dei santuari come quelli di Samotracia, di Lindo, di Delo o dell'Isola Tiberina di Roma; spesso alle sculture parziali si sono aggiunti modelli votivi o navi vere, reduci da battaglie vittoriose. Ognuna di queste categorie meriterebbe un ampio spazio per le implicazioni storiche e culturali, ma anche per quelle tecniche, su cui molti si sono sofferrnati, tra i quali Lucien Basch, che nel 1987 ha scritto pagine molto importanti a questo proposito.
Ora desidero porre l'attenzione su alcuni problemi generali posti da queste raffigurazioni, soprattutto l'identificazione dei tipi navali e delle loro caratteristiche tecniche. L'occasione si è presentata con l'approfondimento dello studio dei tipi ellenistici romani, con alcune tesi discusse nei Corsi
della Facoltà di Archeologia Navale dell'Università .... CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SU ASSONET.ORG

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