Da Virgilio a Plinio ne avevano scritto
in molti: da 150 anfore recuperate a Ponza ora c'è la conferma della sua diffusione.
I Colli Albani potrebbero riscrivere
la carta dei vini dell'antichità.
O almeno, le rotte del
gusto dell'aristocrazia romana
dei primi secoli avanti Cristo.
Perché la produzione vinicola
di Albano, nel cuore dei Castelli
Romani, potrebbe davvero
aver dominato il mercato del Mediterraneo
in età repubblicana.
Affermazione non da poco, visto
che il vino Albano era noto solo
dalle fonti, non godeva di fama
dai sornmelier, e la sua produzione
non era stata confermata da
prove archeologi che. Virgilio,
Properzio, Lucano, Columella,
tutti gli scrittori e poeti latini si
sono espressi sui vini, ma solo
Plinio IlVecchio (23-79 d.C), aveva
affrontato il tema in modo dettagliato
nella sua «Naturalis Hìstoria
». Fu lui a svelare che i vini
migliori contesi dalle tavole patrizie
erano il Cecubo e il Falerno,
entrambi prodotti in area
Campana. L'Albano veniva citato.... CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO
Nessun commento:
Posta un commento