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 A.S.S.O. è una organizzazione no profit operante da 35 anni. Si occupa di ricerca scientifica, individuazione, studio e valorizzazione di beni culturali e naturalistici sommersi, sotterranei ed emersi; della diffusione della cultura sul patrimonio naturale ed archeologico mediante ricerche e attività operative condotte con Università, Soprintendenze, Istituti di ricerca, Centri Culturali nazionali ed esteri attraverso progetti, convegni, scavi, rilevamenti, congressi, mostre, collaborazioni esterne, filmati, seminari, realizzazioni multimediali, pubblicazioni. Sviluppa, in proprio ed in partnership con soggetti nazionali ed esteri, progetti nazionali ed internazionali di ricerca scientifica e di crescita socioeconomica. A.S.S.O., direttamente o attraverso i suoi soci, è rappresentata e accreditata presso numerose realtà del mondo istituzionale, scientifico, tecnico ed archeologico. Opera anche come consulente di diversi Comuni italiani, Università, Soprintendenze, CNR e Parchi Archeologici per ricerche e prospezioni presso ambienti archeologici sotterranei o archeologiche subacquee, per riprese aeree ed elaborazioni topografiche di prossimità e oltre che per progetti di valorizzazione di ipogei, aree sommerse, zone archeologiche e beni culturali o naturalistici.

sabato 1 agosto 2015

venerdì 7 agosto, Castello di Santa Severa (RM): Conferenza: “L’antico emissario sotterraneo del Lago Albano: recenti esplorazioni speleologiche e speleosubacquee” di Mario Mazzoli

Castello di Santa Severa (RM) - Museo del Mare, Cortile delle Barrozze
Venerdi 7 agosto, ore 21,15
“L’antico emissario sotterraneo del Lago Albano: recenti esplorazioni speleologiche e speleosubacquee”
Mario Mazzoli (A.S.S.O. Onlus, HYPOGEA Federazione) 

L’emissario del lago di Albano (o di Castel Gandolfo) è il più noto fra le molte strutture di regimazione dei laghi vulcanici dei Colli Albani ed è anche l’unico citato da fonti storiche (Tito Livio V, 15; Dionigi d’Alicarnasso I, 66 e Piranesi). La tradizione storica colloca l’emissario di Albano tra i più arcaici reperti documentati dell’opera cunicolare romana, secondo solo alla costruzione della Cloaca Massima. Ma non mancano ipotesi che attesterebbero la realizzazione dell’emissario in epoca ancora più antica (V. Castellani, 1999). 



Nell’agosto 2013 «Hypogea», la Federazione dei gruppi speleologici del Lazio per le cavità artificiali, ha varato ufficialmente il «Progetto Albanus», con l’obiettivo di tentare la completa esplorazione speleologica e speleo-subacquea dell’antico emissario. Il progetto, condiviso con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio e l’Ente Parco Castelli Romani, si svilupperà nei prossimi tre anni attraverso studi di dettaglio per verificare lo stato attuale dell’opera e soprattutto per ottenere un rilievo topografico della struttura con moderna strumentazione, per acquisire la documentazione fotografica e filmata ed effettuare le necessarie analisi ambientali per valutare la possibilità di un intervento – almeno parziale – di bonifica del condotto, finalizzato alla tutela del sito e a fornire suggerimenti in ordine alla sua successiva valorizzazione


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