Non solo le miniere di selce più antiche d’Europa, che hanno trovato l’interesse della Sovrintendenza e delle Università di Foggia, Bari e Nizza, o la riapertura della Salata e dello splendido museo dedicato a Michele Petrone, ora anche lo struggente isolotto di Santa Eufemia, sede del faro di Vieste, è al centro di una nuova collaborazione nel mondo della ricerca e dell’alta formazione tra il Comune di Vieste e l’Ateneo di Foggia.
Dal Paleolitico al Medioevo e oltre, fino ai primi del Novecento. Il faro nasconde segreti inesplorati e un patrimonio archeologico e storico di notevole importanza nel fondo delle grotte santuario dedicate al culto di Venere Sosandra.
È stato sottoscritto nella località regina delle vacanze pugliesi, nel palazzo comunale viestano, un protocollo tra ricercatori e amministrazione, che nasce nel vivo di una ricerca già in corso nell’isolotto di Santa Eufemia e che ha visto la presenza di numerosi gruppi scientifici.
Lo studio è coordinato dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia, su autorizzazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle province di Foggia e BAT, in stretta collaborazione con il Comune di Vieste, la ASSO Onlus, con il supporto della società ArcheoLogica.
Il progetto si propone di effettuare uno studio completo della grotta, attraverso la realizzazione delle planimetrie e delle sezioni e il rilievo digitale e tridimensionale delle iscrizioni e delle raffigurazioni presenti sulle pareti, con una parallela analisi del contesto archeologico e delle acque antistanti.
Le grotte di Venere Sosandra, rappresentata in mille modi a Vieste, ma identificata in particolare con la colomba, sono state per millenni un luogo di culto della navigazione, noto da tanti anni ma mai sottoposto ad indagini sistematiche. Sulle pareti ci sono centinaia di iscrizioni, greche, latine, medievali, simboli di culto, tante croci, messaggi devozionali. Un patrimonio murario, che servirà a ricostruire i transiti e i passaggi navali verso Vieste e l’estremo Est delle rotte adriatiche italiane. Il protocollo servirà a rendere fattivo l’approfondimento delle iscrizioni dal momento che la ricerca è ferma ..... CONTINUA A LEGGERE SU BONCULTURE.IT
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