Pubblicato su Italian journal of Geosciences, la rivista scientifica internazionale della Società geologica italiana, uno studio che proverebbe che i Bronzi di Riace sarebbero stati per due millenni in fondali differenti da quelli di Riace.
La ricerca sposa l’ipotesi siciliana, proposta negli anni Ottanta dall’archeologo americano Robert Ross Holloway, secondo il quale i Bronzi sarebbero stati ritrovati nel mare della Sicilia, dove affondarono durante i trafugamenti dei romani a Siracusa nel 212 a.C.
La rete di ricercatori: al lavoro scientifico hanno partecipato 15 studiosi: geologi, archeologi, storici, paleontologi, biologi marini, esperti di leghe metalliche e di archeologia subacquea, molti dei quali sono professori ordinari o associati di università italiane. I loro nomi: Rosolino Cirrincione, Carmelo Cantaro, Stefano Columbu, Salvatore Critelli, Valeria Indelicato, Emilia Le Pera, Carmelo Monaco, Rosalba Panvini, Fabio Portella, Rosalda Punturo, Rossana Sanfilippo, Saverio Scerra, Giovanni Scicchitano, Carmela Vaccaro e Anselmo Madeddu.
I Bronzi di Riace sono una coppia di statue greche in bronzo del V secolo a.C., scoperte nel 1972 al largo della costa di Riace Marina, nella Calabria sud-orientale (Italia). Alte 197 e 198 centimetri, raffigurano guerrieri nudi e barbuti che in origine erano dotati di scudi, lance ed elmi. Le statue sono attualmente conservate nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria (Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria).
Si ritiene generalmente che facessero parte di un monumento più complesso, probabilmente raffigurante eroi guerrieri. Per quanto riguarda le circostanze del loro ritrovamento, l’ipotesi più accreditata è che ..... CONTINUA A LEGGERE SU QUOTIDIANOARTE.COM
