lunedì 30 settembre 2019

Dal 17 al 20 ottobre 2019 a Licodia Eubea l'archeologia sarà sul grande schermo per la nona edizione della rassegna del documentario archeologico

Dal 17 al 20 ottobre Licodia Eubea (Catania) sarà la capitale internazionale del Cinema Archeologico. 

Da giovedì 17 ottobre prenderà il via la IX edizione della prestigiosa Rassegna del Documentario e della Comunicazione Archeologica, uno dei più importanti festival cinematografici italiani (l’unico nel Sud Italia) dedicato alla divulgazione dell’Antico attraverso le arti visive. Diciotto le opere in concorso, tra documentari, docu-fiction e film di animazione, di cui sette straniere; quattro anteprime nazionali, oltre 13 ore di proiezioni e un ricco calendario di eventi collaterali.
Sono questi i numeri della manifestazione organizzata negli spazi polifunzionali dell’ex chiesa di San Benedetto e Santa Chiara dall’Associazione Culturale ArcheoVisiva in collaborazione con l’Archeoclub d’Italia di Licodia Eubea “M. Di Benedetto” e con il sostegno della Sicilia Film Commission (programma Sensi Contemporanei).

"Quest’anno - spiegano i direttori artistici Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele - il palinsesto dei film in concorso al festival è particolarmente ricco e vario. Andremo alla ricerca dei Neanderthal per comprendere i loro spostamenti e i loro usi e costumi, con le ricostruzioni in 3D; calpesteremo il terreno in cui si svolse la battaglia di Canne, ci sposteremo in Giordania per rivivere la battaglia di Jerash, cercheremo di comprendere il significato enigmatico delle stele di Cabeço da Mina in Portogallo, attraverseremo la penisola italiana per raccontare l’esperienza eremitica, e ancora ci inabisseremo nei fondali dell’Adriatico per rivivere un capitolo dimenticato dell’Unità d’Italia, la battaglia di Lissa. Questo e molto altro in un festival che consente agli spettatori di viaggiare, conoscere il mondo e scoprire l’Antico attraverso il cinema".

Tre i premi, conferiti nella serata conclusiva: il premio “Archeoclub d’Italia” al film più votato dal pubblico; il premio “ArcheoVisiva” assegnato al miglior film da una giuria di qualità; il premio“Antonino Di Vita” conferito dal comitato scientifico a una personalità che si è distinta nella divulgazione dell’Antico. 

La Rassegna, infatti, si rivolge non soltanto agli addetti ai lavori ma anche a un pubblico più ampio, con l'obiettivo di trasmettere agli spettatori la passione per la conoscenza del mondo antico e la tutelae valorizzazione dei beni culturali attraverso forme di comunicazione più accattivanti.

Cinema a tema archeologico, dunque, ma non solo: il calendario della manifestazione prevede anche incontri di archeologia, workshop sulla comunicazione dell’Antico attraverso i nuovi media, laboratori didattici per le Scuole, una mostra fotografica (in collaborazione con il gruppo fotografico “Obiettivo Grammichele”), una esposizione di costumi teatrali (con Ariana Talio), visite guidate al Museo etno-antropologico, degustazioni enogastronomiche, escursioni sul territorio e tanto altro.


FONTE: ADN KRONOS

venerdì 20 settembre 2019

La A.S.S.O. partner ufficiale del progetto: "Vieste, il mare e il sacro": campagne di scavo nella grotta di Venere Sosandra e ricognizioni archeologiche subacquee presso l'isolotto di Sant'Eufemia



Nuove campagne di scavo sulla punta più ad Oriente di Puglia. Si chiama “Vieste, il mare e il sacro”. Approdi degli uomini e degli dei. 

La grotta di Venere Sosandra a Vieste sarà protagonista di un progetto coordinato da Danilo Leone, Maria Turchiano e Giuliano Volpe dell’Università di Foggia (Dipartimento di Studi Umanistici), in stretta collaborazione con il Comune di Vieste, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle province di Foggia e BAT, la Marina Militare e la Capitaneria di Porto. 

L’attività di studio e di ricerca sarà incentrata sulla grotta di Venere Sosandra, nell’Isolotto di Sant’Eufemia antistante il porto di Vieste, caratterizzato dalla presenza dell’imponente faro costruito intorno alla metà del XIX secolo. Questa ricerca, che inizierà a breve, si inquadra nell’ambito di un progetto di archeologia dei paesaggi adriatici costieri e subacquei, condotto dall’équipe di Archeologia dell’Università di Foggia, sia sul versante apulo che sul versante dell’opposta sponda adriatica. 

L’interesse a indagare con un approccio globale e con metodologie innovative la grotta viestana deriva dalla valutazione delle limitatissime informazioni di cui attualmente si dispone, pur trattandosi di un contesto di straordinaria importanza per ricostruire la ‘geografia sacra’ di un tratto strategico del mar Adriatico. La grotta offre infatti un interessante spaccato sulla intensa e duratura ‘vita religiosa’ di marinai e viaggiatori impegnati nella navigazione di questo settore del basso Adriatico che si connota per la presenza di numerosi ‘santuari’ marittimi. 

Ben studiati sono, ad esempio, la grotta Poesia di Roca, la grotta di San Cristoforo, presso Punta Matarico a Torre dell’Orso, la grotta Porcinara a Capo S. Maria di Leuca, localizzati sulla costa del Salento, e la Baia di Grammata, sulla opposta sponda albanese. La grotta di Venere Sosandra è nota da molti anni, ma finora è stata oggetto di studi importanti ma preliminari da parte di Angelo Russi che ha pubblicato alcune iscrizioni e un rilievo schematico della planimetria del luogo. Le pareti rocciose conservano un ampio repertorio epigrafico con decine di iscrizioni in greco e in latino, incise dai marinai e viaggiatori che hanno voluto lasciare traccia del loro passaggio, a partire dal III sec. a.C. fino a età medievale. 

Non si conosce il numero preciso delle iscrizioni. Numerose sono anche raffigurazioni, croci e altri disegni poco leggibili. Sono state individuate alcune dediche a Venere Sosandra, una delle divinità legate alla sfera del mare e soprattutto al viaggio marittimo, che lasciano supporre la presenza di un luogo sacro adibito al culto della divinità. 

Questo ipogeo fu utilizzato come luogo di culto cristiano e rivestì un ruolo di rilievo nel Medioevo. Il 3 settembre 1002 il doge Pietro II Orseolo fece incidere un’iscrizione per ricordare il suo passaggio durante la spedizione in soccorso di Bari assediata dai Saraceni. Il progetto si propone di effettuare uno studio completo della grotta, attraverso la realizzazione delle planimetrie e delle sezioni e il rilievo digitale e tridimensionale delle iscrizioni e delle raffigurazioni presenti sulle pareti, con una parallela analisi del contesto archeologico. 

Nella prospettiva di una indagine globale dell’isolotto di Sant’Eufemia, verranno effettuate ricerche subacquee nei fondali circostanti per poter disporre di un quadro più completo del contesto e per verificare l’eventuale presenza di indicatori archeologici sommersi, da mettere in relazione alla frequentazione della grotta tra il III sec. a.C. e l’età medievale e moderna. Per queste attività ci si avvarrà della collaborazione dell’Associazione ASSO, associazione specializzata nelle ricerche archeologiche subacquee e speleologiche. Un programma di ricerche e di indagini diagnostiche potrebbe contribuire anche a limitare il degrado dell’area e il rischio di distruzione del patrimonio archeologico. Questi rilievi potrebbero garantire l’accessibilità alla grotta, non direttamente fruibile da tutti, attraverso una visita virtuale e immersiva in una postazione presso il Museo Archeologico.