venerdì 28 giugno 2024

Grande successo di pubblico al Vieste Archeofilm 2024 per il nostro ultimo documentario "Uomini e dei, il mare e il sacro"



Sì è concluso il 26 giugno il Vieste 2024 Archeofilm, a cura della rivista Archeologia Viva, con un ospite d'eccezione: il noto storico e grande comunicatore televisivo e web Alessandro Barbero. 

Il nostro ultimo documentario "Uomini e dei, il mare e il sacro" per la regia di Massimo D'Alessandro, è stato proiettato la sera del 25 giugno registrando il tutto esaurito e ricevendo una calorosa accoglienza del pubblico. La serata è stata anche arricchita dall'intervento del Prof. Giuliano Volpe, direttore e responsabile delle quattro campagne di ricerca e scavo che si sono svolte sull'isolotto di Sant'Eufemia, di fronte alla città di Vieste e raccontate nel documentario.



lunedì 17 giugno 2024

ArcheoFilm Vieste (FG): martedì 25 giugno, proiezione del nostro ultimo documentario: "UOMINI E DEI, IL MARE E IL SACRO".

Martedì 25 giugno, alle ore 21:15, presso il Castello Svevo di Vieste (FG) verrà proiettato il nostro ultimo documentario: "UOMINI E DEI, IL MARE E IL SACRO", per la regia di Massimo D'Alessandro che sarà presente alla proiezione per una breve presentazione.

La proiezione si inserisce nel programma del VIESTE ARCHEOFILM 2024, con la selezione di alcuni dei documentari presentati lo scorso marzo nella Rassegna del Cinema Archeologico di Firenze organizzato dalla Rivista Archeologia Viva. Il VIESTE ARCHEOFILM  2024 si svolgerà per tre sere, dal 24 al 26 giugno, presso il Castello Svevo e l'Anfiteatro Carlo Nobile dove nella serata del 26 verrà assegnato dal pubblico il "Premio Venere Sosandra".

Ospiti d'onore dell'evento saranno Alessandro Barbero, Francesco D'Andria e Giuliano Volpe.

Qui il programma completo della Manifestazione. L'ingresso è libero e gratuito.



mercoledì 5 giugno 2024

Dalla collaborazione tra il Parco di Ostia Antica e la A.S.S.O. emergono da un antico pozzo preziosi indizi sulla vita nell’età imperiale (dal MIC, Ministero della Cultura)

Sangiuliano (Ministro della Cultura): “Complimenti a chi sta lavorando per riportare alla luce testimonianze importanti” 

Mario Mazzoli (Direttore Generale A.S.S.O.): "È con grande piacere che ASSO continua a supportare tecnicamente molte organizzazioni di Stato deputate alla tutela e valorizzazione del patrimonio storico e archeologico. Portiamo un  piccolo contributo specialistico a supporto della ricerca e della divulgazione che ci inorgoglisce e che ci consente di ripagare, anche se  minimamente,  la fiducia che ci viene riservata.   Un sincero grazie al Parco Archeologico di Ostia Antica"


Nuovi frammenti archeologici di oggetti utilizzati nella vita imperiale e legati ai rituali del culto emergono dagli scavi nell’Area Sacra del Parco archeologico di Ostia antica. La scoperta, dopo il recupero di due frammenti dei Fasti Ostienses venuti alla luce l’anno scorso, è avvenuta nel corso di un recente intervento, attuato con fondi CIPE, e finalizzato alla risistemazione generale dell’area per la sua prossima riapertura al pubblico con il restauro dei templi e il ripristino delle canalizzazioni che garantivano lo smaltimento delle acque meteoriche. 

L’attività di ricerca nel sito è stata coordinata dal responsabile scientifico dell’intervento, Dario Daffara, mentre l’esplorazione del pozzo e lo scavo dei sedimenti sono stati condotti dall’archeologo Davide Ivan Pellandra e da Mario Mazzoli e Marco Vitelli dell’Associazione A.S.S.O. (Archeologia Subacquea Speleologia Organizzazione), ente del terzo settore specializzato in scavi e rilevamenti in zone e luoghi sotterranei a valenza storica e archeologica. 

Durante lo svuotamento di un pozzo, posto davanti alla scalinata del tempio di Ercole, profondo circa 3 metri e ancora pieno d’acqua, è emersa una cospicua quantità di reperti databili in gran parte tra la fine del I e il II d.C., molto ben conservati in quanto immersi in un fango povero d’ossigeno. 

Si tratta di ceramiche di varia tipologia, anche miniaturistiche; di lucerne, di frammenti di contenitori in vetro, lacerti di marmo, ossa animali combuste e noccioli di pesca, sicuramente utilizzati in specifici rituali sacri all’interno dell’area archeologica. Il ritrovamento di ossa combuste conferma in primo luogo lo svolgimento nel santuario di sacrifici animali (maiali e bovini, certamente), mentre le ceramiche comuni, anch’esse recanti tracce di fuoco, indicano che la carne veniva cotta e consumata durante i banchetti in onore della divinità. I resti di uno o più pasti rituali furono gettati nel pozzo, gli ultimi verosimilmente quando se ne era ormai dismessa la funzione. Fra i reperti più significativi rinvenuti c’è un oggetto in legno lavorato, a forma di imbuto o di calice, non comune e incredibilmente moderno, la cui funzione è ancora da chiarire. 

Oltre al calice-imbuto, decorato con una serie di leggere incisioni e cerchi concentrici all’interno (in prossimità del foro che lo attraversa), sono stati recuperati altri reperti dotati di modanature “a incastro” e costolature esterne, che fanno pensare a innesti reciproci e che sono complessivamente riferibili a un elemento cilindrico vagamente simile a un tubolo. 

I nuovi reperti sono stati rinvenuti nell’Area Sacra, importante santuario ostiense sorto a partire dal III secolo a.C. nei pressi della sorgente chiamata Aqua Salvia, lungo l’antico tracciato della cosiddetta Via della Foce. All’interno del complesso, dominato dalla mole del tempio di Ercole e occupato da due altri edifici di culto minori come il tempio di Tetrastilo (o di Esculapio) e quello dell’Ara Rotonda, i sacerdoti predicevano l’esito delle spedizioni militari ai generali in procinto di partire per le campagne militari. Si trattava dunque di un culto oracolare. 


Rassegna stampa:



Roma, 5 giugno 2024 Ufficio Stampa e Comunicazione MiC