San Cataldo: un porto sommerso a poche bracciate dalla costa (di Stefania Malerba)
A poche bracciate dalla costa adriatica, nella località di San Cataldo, a una decina di chilometri da Lecce, l’acqua per secoli ha celato memorie che, solo da poco, sono state rese pubbliche e “visitabili”. Per esplorare il fondale e immergersi nella storia, è sufficiente portare con sé maschera e boccaglio, e nelle giornate in cui l’acqua è limpida – fortunatamente accade abbastanza spesso – non sono necessari neanche quelli. Munirsi di pinne non è obbligatorio, ma è utile a darsi una spinta in più.
Vastissimo il patrimonio sommerso che è stato riportato alla vista ed è giornalmente monitorato, con cura e dedizione estrema, e costanti gli interventi di rimozione della sabbia che, a causa di venti e correnti, si sedimenta sui reperti.
Il fautore di molte di queste scoperte, soprattutto in Puglia, è il è il Centro Euromediterraneo per l’Archeologia dei Paesaggi Costieri e Subacquei ESAC, coordinato da Rita Auriemma, docente di Archeologia subacquea presso l’Università del Salento.Per immergersi in un’altra epoca, a volte non serve fare lunghi cammini. Può bastare fare un tuffo giù e tenere gli occhi ben aperti. È quello che succede quando si visita il “Porto Sommerso”, in località “Posto San Giovanni”, lungo la costa tra San Cataldo e ... CONTINUA A LEGGERE SU ARTUU.IT
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