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 A.S.S.O. è una organizzazione no profit operante da 35 anni. Si occupa di ricerca scientifica, individuazione, studio e valorizzazione di beni culturali e naturalistici sommersi, sotterranei ed emersi; della diffusione della cultura sul patrimonio naturale ed archeologico mediante ricerche e attività operative condotte con Università, Soprintendenze, Istituti di ricerca, Centri Culturali nazionali ed esteri attraverso progetti, convegni, scavi, rilevamenti, congressi, mostre, collaborazioni esterne, filmati, seminari, realizzazioni multimediali, pubblicazioni. Sviluppa, in proprio ed in partnership con soggetti nazionali ed esteri, progetti nazionali ed internazionali di ricerca scientifica e di crescita socioeconomica. A.S.S.O., direttamente o attraverso i suoi soci, è rappresentata e accreditata presso numerose realtà del mondo istituzionale, scientifico, tecnico ed archeologico. Opera anche come consulente di diversi Comuni italiani, Università, Soprintendenze, CNR e Parchi Archeologici per ricerche e prospezioni presso ambienti archeologici sotterranei o archeologiche subacquee, per riprese aeree ed elaborazioni topografiche di prossimità e oltre che per progetti di valorizzazione di ipogei, aree sommerse, zone archeologiche e beni culturali o naturalistici.

domenica 2 ottobre 2011

Navi e misteri sotto il mare di Santa Sabina (da "SenzaColonne.it")

BRINDISI – Giacciono sui fondali da almeno 1700 anni, ma solo nell’ultimo decennio si è cominciato a far luce sulla loro storia. C’è ancora tanto da scoprire sulle antiche imbarcazioni di legno che si celano, a non meno di 2 metri e mezzo di profondità, nella baia di Torre Santa Sabina. La nota località di villeggiatura turistica vede impegnata dal 2007 un’equipe di archeologi subacquei dell’Università del Salento coordinati dalla docente di archeologia subacquea Rita Auriemma, del Dipartimento di beni Culturali. Sette ricercatori (Bruno Raffone, Angelo Colucci, Maurizio Di Bartolo, Erica Florido, Alessandra Dell’Anna, Gianluigi Mancino e i brindisini Fernando Zongolo e Cristiano Alfonso), due docenti (Giuseppe Piccoli dell’Università del Salento, Giuseppe Mastronuzzi dell’Università degli Studi di Bari) e sette studenti (Nicoletta Conte, Carlotta Quarta Colosso, Melissa Mele, Claudia Palmisano, Davide Arnesano e le brindisine Fosca Tanzarella e Floriana Zizza) sono quotidianamente all’opera in un sito archeologico di cui i brindisini sanno poco o nulla, ma che riscuote grande interesse presso la comunità scientifica.

In un raggio di poche centinaia di metri quadrati, gli archeologi hanno rinvenuto preziosissimi reperti che coprono un arco temporale oscillante tra l’età del Bronzo (II millennio avanti Cristo) e l’età tardo antica e medievale (a partire dal 476 dopo Cristo). Era il 1972 quando vennero portati alla luce per la prima volta quelli che, almeno ..... CONTINUA A LEGGERE SU SENZACOLONNE.IT

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