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 A.S.S.O. è una organizzazione no profit operante da 35 anni. Si occupa di ricerca scientifica, individuazione, studio e valorizzazione di beni culturali e naturalistici sommersi, sotterranei ed emersi; della diffusione della cultura sul patrimonio naturale ed archeologico mediante ricerche e attività operative condotte con Università, Soprintendenze, Istituti di ricerca, Centri Culturali nazionali ed esteri attraverso progetti, convegni, scavi, rilevamenti, congressi, mostre, collaborazioni esterne, filmati, seminari, realizzazioni multimediali, pubblicazioni. Sviluppa, in proprio ed in partnership con soggetti nazionali ed esteri, progetti nazionali ed internazionali di ricerca scientifica e di crescita socioeconomica. A.S.S.O., direttamente o attraverso i suoi soci, è rappresentata e accreditata presso numerose realtà del mondo istituzionale, scientifico, tecnico ed archeologico. Opera anche come consulente di diversi Comuni italiani, Università, Soprintendenze, CNR e Parchi Archeologici per ricerche e prospezioni presso ambienti archeologici sotterranei o archeologiche subacquee, per riprese aeree ed elaborazioni topografiche di prossimità e oltre che per progetti di valorizzazione di ipogei, aree sommerse, zone archeologiche e beni culturali o naturalistici.

domenica 4 maggio 2014

UNA RIFORMA CHE RIFORMA POCO (articolo estratto dal numero 55-56 della rivista "l'Archeologo Subacqueo")

La riforma del MIBACT appena presentata con un DPCM, dopo il lungo lavoro di riflessione e proposte da parte della Commissione presieduta da Marco D'Alberti, sembra scontentare tutti. Critiche vengono espresse sia dall'interno che dall'esterno del ministero: sul piede di guerra, infatti, sono non solo i sindacati, i funzionari, i dirigenti che vedono in bilico il proprio ruolo, ma anche i docenti universitari, le associazioni culturali e professionali. La riorganizzazione, in realtà, è l'esito delle norme della spending review e dunque si è risolta - e forse non poteva essere diversamente - in una serie di accorpamenti di direzioni generali e di direzioni regionali. È cioè un' operazione di mera razionalizzazione, che rischia di scontentare tutti, sia chi desidera conservare l'attuale assetto, sia chi vorrebbe profondamente innovarlo. Le critiche mosse al decreto colpiscono questo o quell'accorpamento, contestano la perdita di alcune specificità (ad esempio la direzione generale per l'archeologia), individuano.... CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO

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