Nel mar Egeo, tra la Grecia e l'isola di Cervi, gli archeologi hanno scoperto i resti di una civiltà antecedente ai miti omerici (di Riccardo Bottazzo)
Una città perduta in fondo al mare. Una città con tanto di case, strade, palazzi. Una città che risale ad una remota civiltà, tanto lontana nel tempo da essere stata dimenticata anche dai nostri miti più antichi. Quanti libri, film o fumetti ci hanno appassionato e regalato emozioni seguendo questa traccia narrativa? Il mito dell’Atlantide sommersa risale agli albori della civiltà dell’uomo e si sempre è rivelato un fertile terreno per l’immaginazione di innumerevoli romanzieri, sceneggiatori, disegnatori, registi.
Così è stato e, probabilmente, sempre sarà, dai tempi di Gilgamesh a quelli di Steven Spielberg. Ma davvero si tratta solo di poetiche fantasie? Ebbene no! Le città perdute, inghiottite dal mare e recentemente scoperte grazie alle nuove potenzialità dell’archeologia subacquea, esistono davvero. E la più famosa e ben conservata di tutte è proprio nel nostro Mediterraneo, nei mari di Grecia. Il suo vero nome, nessuno lo sa. Gli archeologi la chiamano Pavlopetri.
Più esattamente Pavlopetri – che in greco significa Paolo e Pietro – è il nome della semisconosciuta isoletta che sorge vicino al ritrovamento. Siamo ad un tiro di schioppo dalla costa di Pounta, il bordo più meridionale del “dito” più a sud di quella bizzarra penisola, i cui contorni sembrano ..... CONTINUA A LEGGERE SU LIGURIA NAUTICA
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