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 A.S.S.O. è una organizzazione no profit operante da 35 anni. Si occupa di ricerca scientifica, individuazione, studio e valorizzazione di beni culturali e naturalistici sommersi, sotterranei ed emersi; della diffusione della cultura sul patrimonio naturale ed archeologico mediante ricerche e attività operative condotte con Università, Soprintendenze, Istituti di ricerca, Centri Culturali nazionali ed esteri attraverso progetti, convegni, scavi, rilevamenti, congressi, mostre, collaborazioni esterne, filmati, seminari, realizzazioni multimediali, pubblicazioni. Sviluppa, in proprio ed in partnership con soggetti nazionali ed esteri, progetti nazionali ed internazionali di ricerca scientifica e di crescita socioeconomica. A.S.S.O., direttamente o attraverso i suoi soci, è rappresentata e accreditata presso numerose realtà del mondo istituzionale, scientifico, tecnico ed archeologico. Opera anche come consulente di diversi Comuni italiani, Università, Soprintendenze, CNR e Parchi Archeologici per ricerche e prospezioni presso ambienti archeologici sotterranei o archeologiche subacquee, per riprese aeree ed elaborazioni topografiche di prossimità e oltre che per progetti di valorizzazione di ipogei, aree sommerse, zone archeologiche e beni culturali o naturalistici.

martedì 6 marzo 2018

Ecco il robot subacqueo che ha recuperato dei tesori del 17esimo secolo (Progetto OceanOne)


Un gruppo di archeologi subacquei ha esplorato i resti sommersi del tesoro di Re Luigi XIV, ma nel loro equipaggio era presente un membro molto speciale. Si trattava di OceanOne, un robot umanoide sviluppato a Stamford che include una “visione umana, feedback tattile ed un cervello artificiale”. Questo ha aiutato gli archeologi a recuperare i tesori del diciassettesimo scolo dal fondo del mediterraneo. Il robot è stato originariamente costruito per lo studio delle barriere coralline del Mar Rosso, dove è necessario un tocco delicato, ma le sue capacità hanno permesso ai ricercatori di utilizzarlo anche per altri scopi.


La coda contiene delle batterie, un computer ed otto propulsori, ma è la metà anteriore che ricorda il viso di un umano dal momento che include due occhi con visione stereoscopica e due agili bracci articolati. Il cervello dei robot lavora con dei sensori tattili in modo tale che le mani non schiaccino gli oggetti fragili, mentre il sistema di navigazione è in grado di mantenere il corpo stabile anche nei mari turbolenti. La sua agilità permetterà ad OceanOne di rivelarsi utile anche in ambienti sottomarini pericolosi come il sito di Fukushima Daichi.

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