domenica 19 maggio 2019

Esperienze nell'impiego di aeromobili a pilotaggio remoto nell'esplorazione, documentazione e monitoraggio di cavità artificiali sotterranee (estratto dagli atti del convegno SIGEA)




ABSTRACT:
Alcune strutture ipogee artificiali possono essere totalmente o parzialmente indagate e documentate grazie all’impiego di aeromobili a pilotaggio remoto. Alle complessità tecniche legate alla situazione e alla opportunità di avvalersi di piloti specializzati, si aggiunge spesso la necessità di modificare gli apparati ed il software perché il mix tra hardware, software e pilota consenta di incontrare concrete possibilità di successo. L’intervento presenta l’esperienza di un team specializzato in materia e due casi concreti di applicazione.

Some artificial hypogean structures can be totally or partially investigated and documented thanks to the use of remotely piloted aircraft. To the technical complexities linked to the situation and the opportunity to make use of specialized pilots, there is often the need to modify the machines, the equipment and the software because the mix between hardware, software and pilot allows to meet concrete possibilities of success. The contribution presents the experience of a specialized team in the fi eld and two concrete cases of application.




AUTORI: 
MARIO MAZZOLI (Speleologo e speleosubacqueo, General Manager A.S.S.O., Hypogea Ricerca e Valorizzazione Cavità Artificiali)
ISIDORO BONFÀ (Geologo, Responsabile Ufficio Programmazione Bonifica Siti Inquinati e Geologia Ambientale di Roma Capitale)
FRANCESCO MARSALA (Progettista, istruttore ed esaminatore piloti APR, Drone Solution, A.S.S.O.)

Estratto dagli Atti del convegno nazionale sulle Cavità di origine antropica, modalità d’indagine, aspetti di catalogazione, analisi della pericolosità, monitoraggio e valorizzazione. A cura di S.I.G.E.A. (Società Italiana di Geologia Ambientale) 

sabato 18 maggio 2019

Esplorazione e documentazione di cavità artificiali sommerse: rischi, cautele esplorative, procedure consolidate in ambito speleo subacqueo (estratto dagli atti del convegno SIGEA)


RIASSUNTO: Le strutture ipogee di approvvigionamento idrico, cave, sistemi di difesa, miniere, sepolture, magazzini, vie di fuga o altre aree sotterranee, possono essere totalmente o parzialmente allagate sia per loro natura intrinseca, sia per modificazioni del contesto che ne hanno mutato, nel corso del tempo, struttura e funzione originaria precludendo l’accesso. 

L’esplorazione, documentazione, monitoraggio e classificazione di strutture sommerse richiede necessariamente il supporto di subacquei per reperire informazioni diversamente non accessibili. È per questo che dopo una prima immersione esplorativa è fondamentale portare fuori dall’acqua dati e immagini, anche se la cattiva visibilità impedisce molto spesso la realizzazione di foto e filmati “accettabili”. 

Considerato che, nella maggior parte dei casi, le strutture artificiali sommerse hanno perso la loro funzione pri- maria e la condizione di allagamento è dovuta ad abbandono con conseguente rischio di degrado strutturale e ambientale, è bene che le competenze subacquee siano di carattere specialistico. 

Un’immersione in questi ambienti, oltre a difficoltà di carattere tecnico, può presentare infatti elevati rischi biologici. Questi sono i principali motivi per i quali, nonostante le scarse profondità, la progressione subacquea in cavità artificiali richiede sempre estrema attenzione, esperienza specifica di immersioni in ambienti chiusi e talvolta l’utilizzo di complesse attrezzature per la protezione dello speleo subacqueo, l’impiego delle quali non sempre è compatibile con le condizioni logistiche ed ambientali del luogo. Non ci si deve quindi far condizionare dalla bassa profondità dell’acqua e dalla apparente banalità di immersioni in ambienti di dimensioni contenute. 

Per uno speleo subacqueo queste esplorazioni, dal punto di vista tecnico, sono molto meno impegnative di una immersione in grotta, ma potrebbero nascondere una serie di insidie non usuali per chi è abituato ad immergersi esclusivamente in cavità naturali. Il contributo è finalizzato ad analizzare le problematiche più frequenti nelle esplorazioni speleo subacquee in cavità artificiali e a fornire elementi esperienziali ed informazioni su strumenti tecnici, procedure e precauzioni da adottare.


AUTORI:
MARIO MAZZOLI (General Manager A.S.S.O., Hypogea Ricerca e Valorizzazione Cavità Artificiali, Scuola Nazionale Speleologia Subacquea Società Speleologica Italiana, Commissione Nazionale Cavità Artificiali della Società Speleologica Italiana)
CARLA GALEAZZI (Egeria Centro Ricerche Sotterranee, Commissione Nazionale Cavità Artificiali della Società Speleologica Italiana)
MARCO VITELLI (Presidente A.S.S.O., Hypogea Ricerca e Valorizzazione Cavità Artificiali, Scuola Nazionale Speleologia Subacquea Società Speleologica Italiana, Commissione Nazionale Cavità Artificiali della Società Speleologica Italiana)


Estratto dagli Atti del convegno nazionale sulle Cavità di origine antropica, modalità d’indagine, aspetti di catalogazione, analisi della pericolosità, monitoraggio e valorizzazione. A cura di S.I.G.E.A. (Società Italiana di Geologia Ambientale)

martedì 14 maggio 2019

Mostra: "Seafarers' Rituals in Ancient Times (da L'Archeologo Subacqueo n. 67)

L'Haifa Museum - The National Maritime Museum è stato scelto come scenografia espositiva per la mostra Seafarers' Rituals in Ancient Times organizzata durante i mesi invernali del 2016.
Il catalogo dell'esposizione pubblicato per questo evento è stato concepito in una formula agevole in modo di poter offire la raccolta dei dati con immediatezza sopratutto grazie alla resa delle immagini a colori dedicate ai singoli reperti e a schede-didascaliche sintetiche. 
Questa parte illustrata è stata organizzata dal punto di vista editoriale nella porzione centrale del volume, costituendo un vero e proprio divisorio rispetto agli approfondimenti tematici dedicati alla ricostruzione di alcuni dei principali rituali che i marinai nell'Antichità svolgevano per richiedere protezione o allontanare la cattiva sorte durante la navigazione per mare. La divisione è stata inoltre concepita anche rispetto alla doppia sezione in lingua o meglio, la prima per l'ebraico moderno e l'altra per la traduzione in inglese, così da assicurare una maggiore circolazione delle informazioni a livello internazionale. Per meglio distinguere le due parti sono stati utilizzati soggetti diversi ... CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO QUI

lunedì 13 maggio 2019

22 Maggio 2019: Presentazione del progetto: "Bisenzio: dalle recenti scoperte al futuro museo" (Palazzo Patrizi Clementi, Roma)

Il giorno 22 maggio 2019 alle ore 16:30, presso Palazzo Patrizi Clementi (via Cavalletti 2, Roma) si terrà la conferenza del Progetto Multidisciplinare “Bisenzio”: dalle recenti scoperte al futuro museo. 

Il promontorio denominato “Monte Bisenzio” (404,8 m), situato sulla costa sudoccidentale del Lago di Bolsena a quattro chilometri a nord della moderna cittadina di Capodimonte (Viterbo), garantisce un’ampia veduta del vasto specchio lacustre oggi a circa 305 m. Sulla sommità di Monte Bisenzio e sui suoi declivi un insediamento andò strutturandosi nel corso dell’età del bronzo e, senza soluzione di continuità, fiorì sino a tutta l’età arcaica. 

Le variazioni climatiche e le conseguenti variazioni del livello del lago che ebbero luogo durante l’età del Bronzo, così come le particolari caratteristiche orografiche del sito, fecero di Bisenzio un fondamentale snodo delle reti di contatti dell’Etruria Meridionale. Paradossalmente è possibile che proprio questa importanza abbia contribuito a determinare la crisi della comunità visentina al principio del V sec. a.C., quando le più potenti comunità urbane della regione non tollerarono più l’esistenza di intraprendenti realtà aristocratiche nei territori limitrofi. 

Fino ad anni recentissimi, nonostante le molteplici e lodevoli ricerche svolte nel passato, solo pochi dati certi erano disponibili. Oggi, grazie ai permessi concessi dalla Soprintendenza e al generoso finanziamento garantito dalla Deutschen Forschungsgemeinschaft (DFG), un’équipe internazionale e multidisciplinare ha intrapreso uno studio accurato e di ampio respiro di Bisenzio e del suo distretto. Durante la conferenza saranno illustrate alcune delle nuove acquisizioni e le possibili ricadute sui modelli interpretativi usualmente adottati per l’Etruria meridionale, nonché le entusiasmanti prospettive di ricerca. 

La conferenza costituisce inoltre l’occasione per presentare l’idea progettuale elaborata dalla Soprintendenza che, inserendosi nel tracciato del Progetto interdisciplinare e in piena armonia con esso, d’intesa con l’Amministrazione comunale di Capodimonte, intende realizzare il Museo Archeologico dell’antica città di Bisenzio nell’insigne complesso monumentale della Cascina, imponente granaio realizzato per volontà della famiglia Farnese.

Info: 06 67233002-3 -  Ingresso libero fino ad esaurimento posti (max 80)

giovedì 9 maggio 2019

PERCHE’ DONARE IL 5 X MILLE ALLA A.S.S.O.

Vogliamo ringraziare chi ha voluto devolvere alle nostre attività la propria quota negli anni scorsi ed estendiamo l’invito alla donazione del 5X1000 anche per quest'anno. 

Perché chi non ci conosce dovrebbe pensare ad ASSO? 

Perché siamo affermati e costantemente attivi, credibili e di sincero approccio no profit, per la scoperta e la tutela di ciò “che c’è sotto” i nostri piedi o le nostre acque. Impieghiamo cuore e testa e prevalentemente risorse economiche personali, operando attraverso ricerche ed esplorazioni nei settori dell’archeologia subacquea, delle cavità naturali, artificiali e nelle aree sotterranee sommerse. 

I risultati ci gratificano e i riscontri sono positivi e, pur nella cronica ristrettezza di risorse economiche, la nostra operazione “conoscenza” prosegue con la dedizione e la determinazione di sempre. 

E' per questo costante impegno che il vostro supporto ci gratifica e ci sostiene, integrando le risorse economiche finanziate direttamente dai soci. 

Invitiamo quindi chi volesse destinarci il 5 per mille della sua Irpef ad indicare il nostro codice fiscale (92003990584) nella dichiarazione dei redditi (modello Unico o 730) o nella scheda CUD nel riquadro riservato al “Sostegno delle Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale” 

Grazie per il vostro tempo e per quanto vorrete suggerirci. 

Il Team ASSO