domenica 26 gennaio 2020

31 gennaio 2020, Museo Archeologico di Napoli, Inaugurazione della mostra sulla ricostruzione della grotta di Lascaux

Venerdì 31 gennaio (ore 11.30) si svolgerà al Museo Archeologico Nazionale di Napoli la conferenza stampa di presentazione della mostra “Lascaux 3.0”. 

L’esposizione, per la prima volta in Italia, sarà un suggestivo viaggio a ritroso nel tempo: grazie alle moderne tecnologie, nelle sale del MANN, saranno riprodotti gli ambienti e le straordinarie pitture rupestri delle famose Grotte di Lascaux, capolavoro dell’Uomo di Cro-Magnon scoperto in Francia nel 1940. 

L’exhibit, che sarà visitabile sino al prossimo 31 maggio, rappresenterà non soltanto il frutto della rete culturale stabilita con la Società pubblica “Lascaux L’esposizione internazionale”, il Dipartimento di Dordogne-Périgord e la Regione della Nouvelle Aquitaine, ma sarà anche un’anticipazione simbolica della presentazione all’Archeologico, dal prossimo 28 febbraio, del nuovo allestimento della collezione “Preistoria e Protostoria”.

Qui di seguito un interessante video sui lavori che hanno portato alla ricostruzione della grotta:

martedì 14 gennaio 2020

CORSO DI IMMERSIONI IN AMBIENTI CONFINATI (SPELEOSUB 1° LIVELLO) - RINVIATO A DATA DA DEFINIRE


Con rammarico dobbiamo informarvi di aver provveduto a rinviare a data da destinarsi il corso in oggetto.  Abbiamo istruttori e allievi provenienti da tutta Italia e, in questa situazione generale, non ce la sentiamo di esporre a rischi chiunque possa muoversi e partecipare a questa nostra iniziativa.
Grazie.



organizza un 

CORSO DI IMMERSIONI IN AMBIENTI CONFINATI (SPELEOSUB 1° LIVELLO) 

 RINVIATO A DATA DA DEFINIRE


Il corso fornisce le conoscenze teoriche e pratiche per effettuare le prime immersioni in risorgenza, relitti e sifoni. Aperto ai sub brevettati, minimo due stelle, con almeno 20 immersioni in acque libere e senza esperienza di progressione speleologica su corda. 

Programma teorico e pratico:
Immersioni in ambienti confinati e principali differenze con quelle in acque libere; norme U.I.S.; i diversi ambienti: relitti, grotte, sifoni, sorgenti…; cause ed effetti dello stress, comportamento da tenere per ridurre al minimo le cause di panico ed affanno; l'equipaggiamento; sagola e svolgisagola; sagolino di soccorso; protezione e trasporto attrezzature; progressione speleo subacquea; tecniche di autosoccorso; l’organizzazione del Soccorso Speleologico e Speleosubacqueo, procedura di allertamento in caso di incidente, norme di comportamento di primo intervento, salvamento e pronto soccorso; organizzazione di immersioni singole, di gruppo e loro gestione, pericoli oggettivi legati all’ambiente; cenni di geologia e carsismo; importanza della preparazione speleologica. 

8 ore di teoria e pratica a secco presso struttura in Castelli Romani. 

26/3 ore 16:00 briefing, la SNSS, la didattica internazionale, attrezzature (Sala Consiliare Comune di CastelGandolfo) 
27/3 teoria e prove a secco (Sala Consiliare Comune di CastelGandolfo) 
28/3 immersioni in sorgente (Provincia di Frosinone) 
29/3 autosoccorso in acque confinate (Lago Albano) 

Brevetto
Al termine del corso, in caso di superamento degli standard richiesti, viene rilasciato un brevetto SSI/SNSS - UIS (Scuola Nazionale Speleologia Subacquea - Unione Internazionale di Speleologia). 

Attrezzatura minima richiesta
Jacket, casco con tre torce montate, rullo svolgisagola principale, due bombole separate con attacco DIN da 200 bar ciascuna 7 o 10 lt. di capacità, due erogatori ciascuno con manometro e frusta, maschera di riserva, piombi, computer, tabelle di decompressione, cesoie. 

Costo e contatti
600,00 euro. 
250,00 euro all’atto dell’iscrizione da effettuarsi entro il 3 Marzo 2020. In caso di annullamento del corso l’importo dell’anticipo verrà interamente restituito. 
Saldo ad inizio corso con contestuale consegna brevetti subacquei precedenti, certificato medico e due foto. Per l’attivazione del corso è richiesto un numero minimo di allievi pari ad 8. 

Per informazioni e prenotazioni: 
Fabrizio Capaldo - Centro Sub Castelli – tel. 069391355 - info@centrosubcastelli.it

lunedì 13 gennaio 2020

Il monitoraggio costiero mediterraneo - Concorso fotografico

Si aprono le iscrizioni al CONCORSO FOTOGRAFICO 
nell'ambito dell'Ottavo Simposio Internazionale "Il Monitoraggio Costiero Mediterraneo"  organizzato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Bioeconomia 
che si terrà a Livorno, il 16-17-18 giugno 2020 


Le tematiche del CONCORSO sono analoghe a quelle delle Sessioni in cui è articolato il SIMPOSIO: 

  • Ingegneria dell’Ambiente Costiero: inquinamento, produzione energetica, monitoraggio e valutazione economico-ambientale, contesto normativo 
  • Morfologia ed evoluzione delle coste e dei fondali 
  • Flora e Fauna del sistema litorale: dinamiche e protezione 
  • Geografia e Paesaggio e della fascia costiera: dinamiche del territorio e tutela integrata
  • Patrimonio culturale costiero e subacquee

"La melodia delle grotte": XXIII Congresso Nazionale di Speleologia - Ormea (CN) - 30 maggio - 2 giugno 2020

"NON C'È DIFFERENZA TRA UN'ONDA DEL MARE E UNA MONTAGNA; SONO ENTRAMBI ELEMENTI NATURALI IN COSTANTE MOVIMENTO. CHI FA LA DIFFERENZA È IL PUNTO DI VISTA UMANO. RIUSCIAMO A PERCEPIRE CHIARAMENTE I MOVIMENTI DELLE ONDE DEL MARE, MA NON QUELLI DELLE MONTAGNE SEMPLICEMENTE PERCHÉ NON ABBIAMO SUFFICIENTE TEMPO A DISPOSIZIONE PER OSSERVARLI" (Giovanni Badino)

La musica è concatenazione di suoni, è melodia; la grotta è concatenazione di aspetti differenti. La melodia nasce dal contributo di tanti strumenti, così come una buona esplorazione può esserci solo grazie all’osservazione attenta di diversi fenomeni. Giovanni Badino studiava il suono che caratterizza ogni grotta, il suo timbro, la sua armonica. Così nasce l’idea del XXIII Congresso Nazionale di Speleologia, che vuole coniugare scienza ed esplorazione perché, a uno sguardo attento, queste vanno a braccetto.Imparare a comprendere i segnali lasciati dal tempo nelle grotte può regalarci sorprese inaspettate, può dare indizi preziosi. 

Il titolo proposto dagli organizzatori per il XXIII Congresso Nazionale 2020 “La Melodia delle Grotte” diventa l’occasione per affrontare argomenti molto diversi fra loro, che spaziano dalla scienza alla cultura, passando dalla documentazione, perché conoscere e condividere devono essere imprescindibili dalla Speleologia. 

L’ambito geo-speleologico è caratterizzato da scarsa visibilità mediatica, è spesso considerato irrilevante o portatore di sensazionalismo, con una conseguente scarsa conoscenza generale delle peculiarità carsiche del nostro Bel Paese. L’attività speleologica ha il pregio di non essere un mestiere; gli speleologi hanno molteplici bagagli di conoscenza, che spaziano in ogni settore culturale e professionale, che sono costantemente messi a disposizione dell’esplorazione di questi vuoti carichi di storia e informazioni. Esiste però, nell’accezione comune, una doppia veste dell’esplorazione, che si chiama tale quando è portata avanti dai cosiddetti “grottisti” (cattiva traduzione di cavers) o sportivi della disciplina e si chiama, invece, ricerca se a farla sono gli scienziati. 

Si percepisce un cronico dualismo dell’attività, come se esistessero una speleologia di serie A e una di serie B. Sebbene ci si riferisca in realtà alla stessa cosa, è proprio questo diverso modo di chiamare la stessa attività che crea fazioni, a volte grandi distanze. Lo sforzo deve essere, quindi, quello di cercare di rendere interoperabili questi due mondi, che sono vicendevolmente imprescindibili. Si discuterà anche in chiave normativa della figura dello speleologo, nella sua molteplice veste di esploratore, scienziato o professionista.

mercoledì 8 gennaio 2020

CERVETERI: la storia in fondo al pozzo (dalla rivista ARCHEO di dicembre 2019)



Il ROV nelle esplorazioni in grotta: Il primo esperimento italiano di un tecnico ricercatore dell’UniBA con il Gruppo Speleologico Vespertilio (da SCINTILENA.COM)

“Trovare una tecnologia che possa mostrare le meraviglie sommerse nei luoghi più bui e meno accessibili anche agli speleosubacquei, senza togliere loro il gusto di continuare a bagnarsi la muta”. Il tecnico biologo marino e speleosub Marco D’Onghia, racconta nel dettaglio, a Scintilena, il primo esperimento italiano sull’uso della tecnologia R.O.V nell’esplorazione di grotte sommerse.


Com’è venuta l’idea della sperimentazione? 
L’ idea della sperimentazione ha preso forma quando la mia esperienza di tecnico e pilota ROV si è sommata all’incontro con grandi maestri italiani di speleosubacquea. Il direttore della scuola Nazionale di speleosubacquea, Leo Fancello, durante le sue lezioni usa spesso l’espressione “cartografi del buio” per definire noi speleologi e speleosubacquei, proprio per rimarcare il fatto che la nostra attività non deve essere mai fine a sé stessa ma deve avere come scopo quella di documentare, di lasciare una traccia che possa essere studiata, seguita e arricchita dai posteri. Ricordo anche però le parole del mio amico grande maestro speleosubacqueo Raffaele Onorato che diceva che “tra noi e un sub l’unica cosa in comune e che respiriamo entrambi dall’erogatore”, proprio perché ancor più che i sub di acque libere, gli speleosub raggiungono i luoghi più remoti della Terra, luoghi che solo loro potranno, con particolari tecniche e abilità, esplorare e documentare, dunque quello di arricchire il “database” della ricerca speleologica subacquea, diventa quasi un imperativo morale. Così con il tempo ho iniziato a pensar a come sarebbe stato possibile integrare il lavoro di uno speleosub con un mezzo tecnologicamente avanzato ..... CONTINUA A LEGGERE SU SCINTILENA.COM