Il progetto si chiama UNDERWATERMUSE
e sta per lmmersive Underwater
Museum experience for a wider
inclusion. L'idea è quella di promuovere
un'esperienza immersiva
nelle realtà sottomarine del nostro e
di altri paesi mediterranei al fine di condividere
la conoscenza del patrimonio archeologico
subacqueo con il più ampio pubblico
possibile. Finanziato dal Programma
di cooperazione transfrontaliera Italia-Croazia
2014-2020, UnderwaterMuse ha come
obiettivo la valorizzazione e la promozione
del patrimonio sommerso delle regioni interessate,
attraverso il coinvolgimento delle
comunità locali, perché ciò che si nasconde
agli occhi dei più possa diventare una risorsa
per la conoscenza dei singoli e la crescita dei
territori interessati.
Il progetto risponde pienamente ai principi
e alle linee guida della Convenzione UNESCO
sul la protezione del patrimonio sommerso
del 2001 e soprattutto della Convenzione
di Faro (2005) ratificata dall'Italia nel 2020 che incoraggia la visione del patrimonio
culturale e ambientale come bene comune,
fondamentale per lo sviluppo culturale, sociale
ed economico dei singoli e delle comunità.
Stimolare la consapevolezza del patrimonio
da parte della popolazione e svilupparne
le potenzialità come risorsa per migliorare
la stessa qualità della vita.
Obiettivo finale: restituire
a tutti ciò che è di tutti
Aree portuali oggi sotto il livello del
mare, relitti di navi, stratificazioni subacquee
prodotte dalla secolare frequentazione
degli approdi: UnderwaterMuse
vuole rendere accessibile tutto questo assieme
ai paesaggi sommersi, rendendo così visibile
l'invisibile. Per farlo si pensa alla creazione
di parchi o percorsi archeologici subacquei
per la fruizione diretta, diving o snorkeling, ma
anche facendo l'operazione opposta, ovvero
portare il patrimonio "nelle case" della gente,
grazie alle possibilità narrative del la realtà
virtuale e delle metodologie digitali. Proprio
per questo, in tutte le aree coinvolte, le attività
hanno messo in campo azioni diffuse di
sensibilizzazione e coinvolgimento degli attori
locali: circoli subacquei, associazioni,
imprese culturali, enti territoriali e culturali.
Al centro del progetto, dunque, i paesaggi
costieri e subacquei da restituire
ben leggibili anche ai non addetti ai
lavori. Gli strumenti utilizzati sono proprio
quelli dell'archeologia dei paesaggi, che mette
insieme discipline, tecniche, tecnologie diverse
e innovative: impiego dei droni per
mappare dall'alto, ma anche di ecoscandaglio,
sub bottom profiler, ROV per rilevare i
fondali. Protagonista rimane comunque lo
scavo stratigrafico con tutte le attività correlate:
recupero e restauro dei reperti, soprattutto
organici, analisi archeometriche, paleobotaniche, faunistiche. Tutti i dati sono confluiti
nel portale UnderwaterMuseMap - un archivio
informatico/GIS per il web - dal forte taglio
comunicativo, capace di parlare a un
pubblico vasto, anche di possibili turisti stranieri.
Informazioni accattivanti, testi, immagini,
filmati, ricostruzioni in realtà virtuale e
aumentata restituiranno infine a tutti ciò che
a occhio nudo è impossibile anche solo immaginare.
Il progetto UndervaterMuse ha generato una
serie di opportunità per il patrimonio
sommerso. In Puglia, gli attori coinvolti,
ovvero la Regione, le tre università e la Soprintendenza
Nazionale per il Patrimonio Culturaie
Subacqueo, hanno dato vita al Centro
Euromediterraneo per l'Archeologia dei Paesaggi
Costieri e Subacquei - ESAC (Euromediterranean
Seascapes Archaeology Center) -
che ambisce a gestire in maniera integrata la
filiera del patrimonio marino, dalla ricerca alla
valorizzazione; il suo programma d'azione
ha individuato - sulla base del censimento
per il portale UnderwaterMuseMap - anche una
rete dei siti suscettibili di valorizzazione,
nell'ambito della quale saranno condotti interventi
mirati. In Friuli Venezia Giulia si mira
a un modello di gestione condivisa, che vede
la sinergia tra la Soprintendenza, l'ERPAC e i
diving club della regione per assicurare la fruizione,
il monitoraggio e la manutenzione costante
del nuovo "museo sommerso" di Grado
2, anche attraverso percorsi di formazione
degli stessi subacquei.
Tanti protagonisti
e un grande progetto
II Progetto vede, come lead partner, ERPAC (Ente Regionale per il Patrimonio Culturale
della Regione Autonoma del Friuli Venezia
Giulia) e, come partner, Università Ca'
Foscari Venezia, Public lnstitution for Coordination
and Development of Split • Dalmati
a County RERA S.D., Comune di Kastela
(Croazia) e Regione Puglia • Dipartimento
Turismo Economia della Cultura e Valorizzazione
del Territorio. La Regione Puglia ha
coinvolto nella realizzazione delle attività i
tre atenei di Foggia, di Bari e del Salento.
Gruppo di lavoro e autori dei testi: Rita Auriemma,
Antonella Antonazzo, Carlo Beltrame, Luigi
Coluccia, Elsa Costa, lvanka Karnenjarin, Danilo
Leone, Claudia Pizzinato, Ivan Suta, Maria
Turchiano, Giuliano Volpe
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