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lunedì 22 agosto 2011

USA, New York. Ground Zero svela un secondo relitto del XVIII secolo (da ArcheoRivista)

La squadra di ricercatori, diretta da Michael Pappalardo, che opera a Ground Zero, a Manhattan, ha portato alla luce nuovi resti di un relitto databile al diciottesimo secolo già scoperto nel luglio 2010. Gli archeologi hanno ritrovato una parte della prua dell’imbarcazione, costituita da diverse decine di reperti lunghi pochi metri e larghi meno di mezzo metro. Il direttore degli scavi è membro dell’AKRF, società autorizzata dall’Autorità Portuale di New York e New Jersey a studiare le testimonianze archeologiche che potevano essere scoperte nel corso dei lavori di costruzione di Ground Zero, dove prima dell’attacco dell’11 settembre si stagliava il World Trade Center.
In base ai primi studi sui resti dell’imbarcazione, conservatisi per oltre duecento anni nella zona meridionale di Manhattan, si tratta di una nave commerciale e non militare, presumibilmente trasportava persone o beni al largo dell’Hudson. Si pensa anche che l’imbarcazione effettuasse anche viaggi nel Caribe perché nel legno esaminato sono stati individuati parassiti caratteristici di queste acque.
Adesso i nuovi resti verranno trasferiti al Centro di Conservazione e Archeologia Marittima del Texas dove saranno esaminati e restaurati fino a quando le autorità newyorchesi sceglieranno ... CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SU ARCHEORIVISTA.IT

L'archeologia subacquea, tra tesori sommersi e risorse ridotte al lumicino

Servizio dell'ADNKRONOS sull'archeologia subacquea realizzato in collaborazione con la nostra Associazione. Intervista a Mario Mazzoli, Direttore Generale A.S.S.O., di Ileana Sciarra.
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venerdì 5 agosto 2011

PRUE ROSTRATE SULLE MONETE ROMANE (dall'ultimo numero della rivista "L'Archeologo Subacqueo")

La figura della nave da guerra a remi,per il suo valore evocativo, si è proposta nel mondo greco già a partire dal periodo miceneo, attraverso l'arte geometrica ed arcaica (dai modelli fittili, alle pitture vascolari), ma il suo significato di trofeo o di monumento si venne a configurare soprattutto a partire dal periodo classico con le prue di navi da guerra raffigurate sulle monete, come quelle di Zancle (Messina) del V-IV sec. a.c. Nel periodo ellenistico questo intendimento celebrativo fu enfatizzato, in quanto i principati tra la Grecia, la Tracia e la Siria hanno imposto sulle loro monete l'immagine del potere marittimo tramite la figura della prua o dell'intera nave da guerra, richiamandosi ai monumenti, anche quando veni va proposta la sola parte prodiera della nave.
La sola prua si ricollega direttamente alla serie di monumenti navali delle piazze di Cirene e di Roma (i rostri) o dei santuari come quelli di Samotracia, di Lindo, di Delo o dell'Isola Tiberina di Roma; spesso alle sculture parziali si sono aggiunti modelli votivi o navi vere, reduci da battaglie vittoriose. Ognuna di queste categorie meriterebbe un ampio spazio per le implicazioni storiche e culturali, ma anche per quelle tecniche, su cui molti si sono sofferrnati, tra i quali Lucien Basch, che nel 1987 ha scritto pagine molto importanti a questo proposito.
Ora desidero porre l'attenzione su alcuni problemi generali posti da queste raffigurazioni, soprattutto l'identificazione dei tipi navali e delle loro caratteristiche tecniche. L'occasione si è presentata con l'approfondimento dello studio dei tipi ellenistici romani, con alcune tesi discusse nei Corsi
della Facoltà di Archeologia Navale dell'Università .... CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SU ASSONET.ORG