giovedì 29 dicembre 2022

Il nuovo appassionante giallo di Francesco Tiradritti, "Il sangue del falco. Tutankhamon e il destino del regno" nelle migliori librerie e on-line

Francesco Tiradritti ci consegna un thriller storico dal ritmo implacabile che restituisce intatta ai lettori una delle figure più indimenticabili della Storia e tra profumi, colori e suoni riviviamo l’antico Egitto come non abbiamo mai fatto finora. 

È il IX anno del regno per Tutankhamon. Un oscuro presagio minaccia le Due Terre: le acque del Fiume non accennano a ritirarsi e sono tornate a tingersi di rosso. Gli dei sembrano avere abbandonato il loro figlio, salito al trono del Falco dei viventi ancora bambino. Ora, a sedici anni compiuti, Tutankhamon continua a nutrire scarso interesse per gli affari di governo – lasciati a funzionari come il fidato Ay – e preferisce di gran lunga la caccia. Non ha ancora assicurato un erede alla dinastia e a Uaset i potenti servitori del Nascosto stanno tramando per eliminarlo. La situazione politica è sull’orlo del collasso. Il faraone dovrà attingere a una forza che non sapeva di possedere per reclamare il potere che gli spetta come signore delle Due Terre, affrontando un segreto oscuro sulle sue origini che lo condurrà a un fatale incontro con la verità. Ma l’amore per una Cantatrice dell’Inondazione, una prostituta sacra che per volere divino non potrà mai essere solo sua, stravolgerà la vita di Tutankhamon, proprio mentre si trova al centro di un’ineluttabile spirale di sangue.

Disponibile per l'acquisto su Amazon, IBS, Feltrinelli e altri

mercoledì 23 novembre 2022

Fra Lazio antico ed Etruria. Bisenzio: il lago e la città (dalla rivista ARCHEOLOGIA VIVA)

Lungo la costa sud-occidentale del lago di Bolsena, il lago vulcanico più ampio d'Europa, si distingue il profilo verde cupo di un grande promontorio. Il nome "Bisenzo" attribuito a questo monte dalla cartografia e dalle cronache storiche ricorre come "Bisenzio" nei documenti contemporanei. Nel tempo il profilo dell'altura è cambiato solo in parte. Alle falesie orientali che si immergono scoscese nelle acque color smeraldo, fanno da contraltare il meno ripido versante nord/nordoccidentale e i dolci declivi punteggiati d'ulivi che da ovest a sud-est trascolorano in dorati campi di cereali. La regione di Bisenzio, oggi nel territorio del suggestivo borgo di Capodimonte (Vt), nell'antichità costituiva un fondamentale punto di raccordo tra il dinamico mondo della costa tirrenica, i ricchi giacimenti metalliferi della Toscana centro-meridionale e i verdi pascoli del monte Amiata da un lato, e le vivaci realtà delle valli del Paglia* e del Tevere così come dell'Agro Falisco- Capenate* dall'altro. Da parte sua il lago garantiva rapidi contatti tra le sponde oltre a una inesauribile riserva d'acqua e cibo. 

Una situazione ecologica favorevole all'insediamento 
La funzione di Monte Bisenzio come presidio a controllo dei traffici lungo la sponda occidentale del lago è confermata dalle caratteristiche antiche della corrispondente nicchia ecologica del territorio. Durante il II millennio a.C. il manto vegetale delle colline circostanti era verosimilmente più esteso e fitto di oggi e il livello del lago più basso. Dunque il promontorio era posto al centro di un'ampia fascia peri lacustre pianeggiante che catalizzava la movimentazione di beni e persone. Questa condizione di optimum ecologicum e strategico assicurò alla comunità residente una ininterrotta fioritura tra il li millennio e gli inizi del V sec. a.c. «L'isola più grande è oggi chiamata Bisentina, dalla città di Bisentino, le cui rovine sono visibili su un colle vicino ». Con queste parole Pio II, in visita a Capodimonte nel 1462, affida alla storia l'immagine di un Monte custode di memorie urbane. Sebbene i ruderi citati possano essere attribuiti al castello medievale che per lungo tempo coronò l'altura, colpiscono i concetti di urbanità e influenza associati alla comunità di Bisenzio. È possibile che la percezione di un antico e fulgido passato abbia preso forma tra i locali nel corso del Rinascimento. Una "cronica" della non lontana città di Castro permette di datare alla fine del Cinquecento la scoperta di «molte sepolture con cadaveri dentro di gran statura» nei campi circostanti il Monte. 

Ricchezza e varietà delle strutture tombali 
E' solo alla fine dell'Ottocento che ha inizio una lunga stagione di ricerche più propriamente scientifiche, sebbene inizialmente caratterizzate da un approccio antiquario, dunque motivato da intenti di raccolta e collezionismo. Tali indagini, focalizzate eminentemente sul mondo dei morti, sono proseguite fino agli scorsi anni Novanta e documentano una realtà inattesa. A sud e a ovest del Monte si susseguono numerosi nuclei sepolcrali talvolta caratterizzati da una lunga continuità d'uso fra IX e V sec. a.C. A nord-ovest invece, lungo le forre tra le colline, è un proliferare di tombe a camera sapientemente intagliate nel tufo, a volte rifinite da motivi lineari dipinti in rosso. La ricchezza dei corredi, la varietà delle strutture funerarie tra cui almeno due tumuli/ circoli di pietre, l'esistenza di strade sepolcrali in un caso con bassi muretti perimetrali forse abbelliti da statue zoomorfe in pietra e la presenza di strutture (per esempio un deposito votivo) verosimilmente 'funzionali al corretto svolgimento dei rituali funebri riflettono una complessa articolazione sociale e un'accentuata dinamicità del corpo civico. Infine, la cultura materiale testimonia alcuni tratti affini a quelli di aree geografiche limitrofe, come possono essere la miniaturizzazione* e le urne a capanna della prima età del Ferro di ambito laziale (IX-VIII sec. a.C.). Altri manufatti attestano invece la partecipazione diretta o indiretta a circuiti di scambio di respiro mediterraneo ( ad esempio il famoso carrello bronzeo avvicinabile ai repertori sardi, ciprioti e cretesi; alcuni vasi sempre in bronzo con vasca baccellata di ascendenza vicino orientale; vasi in argilla di forma affine al cratere con motivi dipinti egeizzanti e quelli con decorazione dipinta in rosso e nero su fondo bianco riecheggiante repertori cretesi, ciprioti e vicino orientali).

Un importante centro dell'Etruria meridionale 
Solo a partire dagli anni Settanta del secolo scorso si è rivolta maggiore attenzione all'abitato. Lo scavo di Maria A. Fugazzola Delpino e Filippo Delpino sulla sommità di Monte Bisenzio ha portato in luce tracce di strutture residenziali di fine II millennio a.C. Negli stessi anni le ricognizioni di superficie di Klaus Raddatz e Ji.irgen Driehaus (Università di Gottingen) hanno documentato la presenza nei campi sottostanti di frammenti ceramici databili tra IX e inizi del V sec. a.e. I risultati di queste ricognizioni hanno indotto ad annoverare Bisenzio tra i più importanti centri protostorici dell'Etruria meridionale. Infine, il rinvenimento sul fondale antistante l'altura di una canoa monossile datata alla seconda metà del II millennio a.C., di vasi degli inizi del millennio seguente e di alcune ossa umane ha indotto a ipotizzare l' originaria presenza di nuclei abitativi e funebri nelle aree oggi sommerse. La vitalità della comunità nel corso del VII e VI sec. a.C. è confermata tanto dalla ricchezza dei corredi funebri, quanto dal rinvenimento di fondazioni di edifici originariamente abbelliti da lastre in terracotta con scene figurate. Di queste è pervenuto un frammento con guerriero armato di scudo e lancia: un elemento iconografico che enfatizza le virtù militari e che documenta, come in altre comunità urbane di età arcaica in Etruria meridionale e nel Lazio settentrionale, la crescente importanza della componente bellica di stampo oplitica. La pressoché totale assenza a Bisenzio di vasi a figure rosse, tecnica decorativa in voga durante il V sec. a.C., parrebbe indiziare un repentino declino della comunità in quel periodo. Un simile destino potrebbe essere scaturito dalla crescente pressione esercitata da realtà urbane dell'Etruria meridionale più influenti, come Vulci, Tarquinia e Orvieto. 

Andrea Babbi 

Chi sono gli autori: P. Agrafioti5, NTUAAthens; G. Anwniella, UNITTJS Viterbo/ BDLB Gradoli; A. Babbi, CNR-JSPC Rq,iμa / RGiM Mainz; A. Bozzani, PIXAIR Bolzano; A. Celant, UNIROMAI - Dip. BA; F. De/pino, già CNR-ISCIMA; M. CiganLe, Unipadova - Dip. BC; P.M. Guarino, ISPRA GEO; H. Lancioni, Unipg - DCBB; M. Lauieri, C.'IR-IRET Porano/ BDLB Gradoli; M. L11carini, ISPRA GEO; D. Magri, Uniromal - Dip. BA; D. Maninucci, Anfìbia srl; M. Mazzo/i, A.S.S.O. Roma; F. Miche/angeli, Uniromal - Dip. BA; C. MinniLi, Unisalento - Dip. BBCC; M. Pawmese, libero professionista; O. Sliarlaws, CUT Limassol; R. Zambrin i, Anfibia srl.

martedì 15 novembre 2022

Underwater Muse. Il patrimonio è di tutti ... anche sott'acqua ... (dalla rivista ARCHEOLOGIA VIVA)

Il progetto si chiama UNDERWATERMUSE e sta per lmmersive Underwater Museum experience for a wider inclusion. L'idea è quella di promuovere un'esperienza immersiva nelle realtà sottomarine del nostro e di altri paesi mediterranei al fine di condividere la conoscenza del patrimonio archeologico subacqueo con il più ampio pubblico possibile. Finanziato dal Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Croazia 2014-2020, UnderwaterMuse ha come obiettivo la valorizzazione e la promozione del patrimonio sommerso delle regioni interessate, attraverso il coinvolgimento delle comunità locali, perché ciò che si nasconde agli occhi dei più possa diventare una risorsa per la conoscenza dei singoli e la crescita dei territori interessati. 

Il progetto risponde pienamente ai principi e alle linee guida della Convenzione UNESCO sul la protezione del patrimonio sommerso del 2001 e soprattutto della Convenzione di Faro (2005) ratificata dall'Italia nel 2020 che incoraggia la visione del patrimonio culturale e ambientale come bene comune, fondamentale per lo sviluppo culturale, sociale ed economico dei singoli e delle comunità. Stimolare la consapevolezza del patrimonio da parte della popolazione e svilupparne le potenzialità come risorsa per migliorare la stessa qualità della vita. 

Obiettivo finale: restituire a tutti ciò che è di tutti 
Aree portuali oggi sotto il livello del mare, relitti di navi, stratificazioni subacquee prodotte dalla secolare frequentazione degli approdi: UnderwaterMuse vuole rendere accessibile tutto questo assieme ai paesaggi sommersi, rendendo così visibile l'invisibile. Per farlo si pensa alla creazione di parchi o percorsi archeologici subacquei per la fruizione diretta, diving o snorkeling, ma anche facendo l'operazione opposta, ovvero portare il patrimonio "nelle case" della gente, grazie alle possibilità narrative del la realtà virtuale e delle metodologie digitali. Proprio per questo, in tutte le aree coinvolte, le attività hanno messo in campo azioni diffuse di sensibilizzazione e coinvolgimento degli attori locali: circoli subacquei, associazioni, imprese culturali, enti territoriali e culturali. 

Archeologia dei paesaggi dal cielo agli abissi
Al centro del progetto, dunque, i paesaggi costieri e subacquei da restituire ben leggibili anche ai non addetti ai lavori. Gli strumenti utilizzati sono proprio quelli dell'archeologia dei paesaggi, che mette insieme discipline, tecniche, tecnologie diverse e innovative: impiego dei droni per mappare dall'alto, ma anche di ecoscandaglio, sub bottom profiler, ROV per rilevare i fondali. Protagonista rimane comunque lo scavo stratigrafico con tutte le attività correlate: recupero e restauro dei reperti, soprattutto organici, analisi archeometriche, paleobotaniche, faunistiche. Tutti i dati sono confluiti nel portale UnderwaterMuseMap - un archivio informatico/GIS per il web - dal forte taglio comunicativo, capace di parlare a un pubblico vasto, anche di possibili turisti stranieri. Informazioni accattivanti, testi, immagini, filmati, ricostruzioni in realtà virtuale e aumentata restituiranno infine a tutti ciò che a occhio nudo è impossibile anche solo immaginare. 

Le prospettive e gli scenari possibili
Il progetto UndervaterMuse ha generato una serie di opportunità per il patrimonio sommerso. In Puglia, gli attori coinvolti, ovvero la Regione, le tre università e la Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturaie Subacqueo, hanno dato vita al Centro Euromediterraneo per l'Archeologia dei Paesaggi Costieri e Subacquei - ESAC (Euromediterranean Seascapes Archaeology Center) - che ambisce a gestire in maniera integrata la filiera del patrimonio marino, dalla ricerca alla valorizzazione; il suo programma d'azione ha individuato - sulla base del censimento per il portale UnderwaterMuseMap - anche una rete dei siti suscettibili di valorizzazione, nell'ambito della quale saranno condotti interventi mirati. In Friuli Venezia Giulia si mira a un modello di gestione condivisa, che vede la sinergia tra la Soprintendenza, l'ERPAC e i diving club della regione per assicurare la fruizione, il monitoraggio e la manutenzione costante del nuovo "museo sommerso" di Grado 2, anche attraverso percorsi di formazione degli stessi subacquei. 

Tanti protagonisti e un grande progetto 
II Progetto vede, come lead partner, ERPAC (Ente Regionale per il Patrimonio Culturale della Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia) e, come partner, Università Ca' Foscari Venezia, Public lnstitution for Coordination and Development of Split • Dalmati a County RERA S.D., Comune di Kastela (Croazia) e Regione Puglia • Dipartimento Turismo Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio. La Regione Puglia ha coinvolto nella realizzazione delle attività i tre atenei di Foggia, di Bari e del Salento. 

Gruppo di lavoro e autori dei testi: Rita Auriemma, Antonella Antonazzo, Carlo Beltrame, Luigi Coluccia, Elsa Costa, lvanka Karnenjarin, Danilo Leone, Claudia Pizzinato, Ivan Suta, Maria Turchiano, Giuliano Volpe

mercoledì 9 novembre 2022

Il nostro ultimo documentario "ECCO CHE COMINCIAMO A DIPINGER CON LA PIETRA" al 7th International Archaeology Film Festival MFAF Split, a Spalato (Croazia)



Sabato 12 novembre, alle ore 16:30, nell'ambito del 7th International Archaeology Film Festival MFAF Split  che si terrà a Spalato (Croatia) dal 10 al 12 novembre, verrà proiettato il documentario di Massimo D'Alessandro, "Ecco che cominciamo a dipinger con la pietra" prodotto dal Parco archeologico di Ostia antica in collaborazione con A.S.S.O. onlus

Il documentario narra il lungo e complesso restauro del mosaico di un edificio termale nel grande porto degli imperatori Claudio e Traiano, frequentato per secoli dai marinai della flotta imperiale romana.


CLICCARE QUI PER IL PROGRAMMA COMPLETO DEL FESTIVAL

lunedì 24 ottobre 2022

Massive Open Online Courses (from AIOSS, Associazione Italiana Operatori Scientifici Subacquei)

We would like to point out the opportunity for online courses offered by the European TRASMARES project.


Marine ecosystems are an essential component of the Earth: a source of biodiversity, food, and life; as well as the most biologically diverse. However, they are undervalued and probably largely unknown. 

This training programme offers a fast-track learning path for people who want to develop specific skills in sustainable marine ecosystems through a multidisciplinary, practical, and integrated approach. This programme is intended for managers, civil servants, professionals, graduates, postgraduates, and vocational students with a background on environmental studies. 

The TRASMARES itinerary is based on four Massive Open Online Courses (MOOCs) that will allow students to delve deeper into marine ecosystems to understand their functions, benefits, and main threats. The goal is to provide world-class knowledge on new methodologies, procedures and tools for the conservation and sustainable management of marine and coastal ecosystems in the context of climate change. 


Web page of the project TRASMARES: https://trasmares.ihcantabria.com/que-es-trasmares/

lunedì 10 ottobre 2022

XII Festival della comunicazione e del cinema archeologico di LICODIA EUBEA (CT) 12-16 ottobre 2022

Sarà il “Teatro della Legalità”, di recente restaurato, ad ospitare la dodicesima edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia Eubea, in programma tra il 12 e il 16 ottobre 2022. 

Un ampliamento “fisico” degli spazi tradizionalmente dedicati alla manifestazione, che comprendevano già l’ex Chiesa di San Benedetto e Santa Chiara, coinvolgendo anche le strutture museali locali. Ma anche un prolungamento temporale, dal momento che il Festival, quest’anno, avrà una durata di 5 giorni e non 4 come nel passato.

In programma 42 film, di cui quasi la metà in prima nazionale o internazionale e prodotti tra il 2021 e il 2022, che abbracciano quasi tutti i continenti, con produzioni provenienti da diversi stati europei, tra cui Francia, Spagna, Portogallo, Inghilterra e Grecia, oltre all’Italia, e proposte anche dall’oriente, dalla Turchia e dall’Iran, oltre che da India, Malesia e Indonesia, dal Sud America, dalla Libia, dall’Egitto.

La manifestazione si aprirà il 12 ottobre con una novità: una giornata di studi incentrata sulle strategie comunicative del Patrimonio Culturale attraverso l’audiovisivo e altre risorse, in cui si avvicenderanno 15 esperti in vari settori, realizzata in collaborazione con la Scuola di Specializzazione in Beni Culturali dell’Università di Catania, diretta dal prof. Daniele Malfitana.

Il programma completo e il catalogo del Festival sono consultabili sul sito www.rassegnalicodia.it e sulle pagine social dell’evento.   Per tutte le informazioni e prenotazioni, sarà possibile scrivere a organizzazione@rassegnalicodia.it



Due documentari della A.S.S.O. all'ARKHAIOS FILM FESTIVAL dal 10 al 16 ottobre 2022

Ben due documentari della A.S.S.O., per la regia di Massimo D'Alessandro, nella selezione ufficiale della decima edizione dell'ARKHAIOS FILM FESTIVAL, che si terrà in South Carolina (USA) dal 10 al 16 ottobre 2023.

Sarà possibile seguire il festival virtuale sul sito del festival e per vedere direttamente i nostri due documentari COLLEGARSI A QUESTO LINK

mercoledì 3 agosto 2022

XXI INQUA Congress "Time for change" - 14-23 luglio 2023 - Università La Sapienza


The XXI INQUA Congress "Time for change" will take place at the Sapienza University in Rome between 14 and 20 July 2023. The Congress aims at gathering scholars from different fields of the Quaternary sciences to improve and disseminate knowledge on current societal, environmental and climate challenges.


We would like to draw your attention to the following session: Session 138 - Wet Environments and Human Communities: Interaction and Resilience in the Holocene and Antiquity.
(Scientific Theme 3A: Geological and climate forcing on ancient societies and feedbacks)

Conveners: Simon Stoddart, University of Cambridge, United Kingdom, (lead convener) / Andrea Babbi, Institute of Heritage Science of the National Research Council of Italy (ISPC-CNR), Italy; Leibniz- Forschungsinstitut für Archäologie des Römisch-Germanischen Zentralmuseums (RGZM), Germany / Alessandra Celant, Sapienza Università di Roma, Dipartimento di Biologia Ambientale, Italy /  Paolo Maria Guarino, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Italy / Mauro Lucarini, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Italy / Fabrizio Michelangeli, Sapienza Università di Roma, Dipartimento di Biologia Ambientale, Italy

INQUA commission(s): HABCOM-Humans and Biosphere

Abstract

The reciprocal and supporting relationship between past societies and water bodies has marked a long-lasting process of co-evolution, determining complex water–environment–people interactions with direct effects on social complexity, scale and organization, as well as on the rise and decline of ancient communities. Lakes, ponds, marshes, swamps, wetlands, lagoons, springs and rivers are vulnerable and changing environments prone to rapid hydroclimatic variations and recurrent ecological changes, affecting societal dynamics and development. These natural archives offer a unique opportunity to combine archaeological evidence (domestic structures; production areas/activities; docking facilities; canalization and land reclamation works; settlement fabric; burials; material culture, raw materials; means of transport; hints of exchange, cultural interaction and networking; documentary archives), palaeoecological proxies (pollen, carpological and anthracological remains, phytoliths, diatoms, ostracods, chironomids, insect fossils, biomolecules, and ancient DNA), and geological records (sedimentary sequences, varved deposits, speleothems, tephra layers). The large suite of evidence supplied by wet environments is fundamental to achieving a holistic perspective on the long-term environmental processes related to both human impact and climate fluctuations, as well as on casting light on the ecological and societal resilience to abrupt changes.

Philosophy

Our goal is to investigate the issue at hand with a landscape and transdisciplinary approach. In a nutshell, we aim at gathering scholars from different disciplines who can address new data and interpretations originating from their own research experience and perspective. By doing so, the participants will constructively share reflections on the topic as well as take advantage of a variety of scientific questions, case studies, theoretical prisms, investigation methodologies and strategies

Abstract submission is open, and the deadline is the 1st of November 2022 at: https://inquaroma2023.org/abstract-submission/

To draw up your abstract for either a lecture or a poster, please consider the following:
  • All abstracts must be submitted in English
  • Authors should indicate their preferred presentation mode (oral or poster) Number of words: minimum 250 maximum 350, excluding titles, authors and affiliations Plain text should be used without any special characters No references should be included Graphics will not be accepted

Early career and developing country scientists can apply for an INQUA financial support for conference attendance. The deadline for such application is also November 1st 2022.

By January 2023, i.e. well before the deadline for conference registration, the final decision will be taken on both the acceptance of abstracts and financial support; therefore, we strongly recommend te submission of abstracts. Finally, should the pandemic prevent in-person participation, the organising committee will fully refund the registration costs.

Information on the Congress is available at: https://inquaroma2023.org/.

We do look forward to receiving your contribution (oral or poster) in order to set up an informative, transdisciplinary and thought-provoking session! Feel free to forward this message and the attached flyer to colleagues potentially interested in session 138.

Thank you for your kind attention and see you in Rome!

giovedì 21 luglio 2022

28 luglio 2022. proiezione del documentario "ECCO CHE COMINCIAMO A DIPINGER CON LA PIETRA" all'Aquileia Film Festival

Giovedì 28 luglio, nella ambito dell'Aquileia Film Festival, verrà proiettato il documentario di Massimo D'Alessandro, "Ecco che cominciamo a dipinger con la pietra" prodotto dal Parco archeologico di Ostia antica in collaborazione con A.S.S.O. onlus

Il documentario narra il lungo e complesso restauro del mosaico di un edificio termale nel grande porto degli imperatori Claudio e Traiano, frequentato per secoli dai marinai della flotta imperiale romana.

L'ingresso è gratuito ma è obbligatoria la prenotazione on-line a questo link.

Il documentario partecipa al concorso per il premio del pubblico, che potrà votare in sala.

CLICCARE QUI PER IL PROGRAMMA COMPLETO DEL FESTIVAL

domenica 3 luglio 2022

Importanti scoperte nella terza campagna di scavo nella grotta santuario di Venere Sosandra condotta dalle Università di Foggia e Bari con il supporto tecnico della A.S.S.O.


Il 2 luglio si è conclusa la terza campagna di scavo nel grotta santuario di Venere Sosandra sull'isolotto di Sant'Eufemia a Vieste. 


Le ricerche archeologiche, iniziate nel 2019, con la direzione del Prof. Giuliano Volpe, sono condotte dalle Università di Bari e di Foggia con il supporto dei tecnici di archeologia subacquea dell’Onlus A.S.S.O di Roma.

Di seguito un video del Prof. Giuliano Volpe in cui si riassumono i risultati più importanti delle campagne di scavo e una rassegna stampa con i principali avvenimenti dello scavo.



Una breve sintesi dei lavori è stata anche presentata dal Prof. Giuliano Volpe nell'ambito del'Archeofilm Vieste, festival organizzato dalla rivista Archeologia Viva.










mercoledì 22 giugno 2022

Domenica 26 Giugno 2022: apertura straordinaria dell'incile dell'Emissario Albano

Domenica 26 Giugno 2022: apertura straordinaria dell'incile dell'Emissario Albano - ore 10,00/12,30 - 15,00/18,00. Ingresso gratuito. 

L'accesso alla struttura sarà regolato nel rispetto del bene oggetto di visita. 

L'apertura si svolge in occasione della presentazione del volume "Viaggio nel tempo alle Mole di Albano Laziale" ed in concomitanza con la rievocazione delle "lavandaie" che si terrà all'uscita dell'emissario in Loc. Le Mole. 

L'apertura straordinaria dell'incile è organizzata e curata dalla Federazione Hypogea, grazie agli accordi con gli Enti di tutela del bene ed alla disponibilità dei gruppi federati ASSO, Egeria CRS e Roma Sotterranea, che esporranno ai visitatori gli esiti del Progetto Albanus

Si invitano tutti gli interessati a lasciare le auto nei parcheggi autorizzati, raggiungendo a piedi, con breve passeggiata, l'ingresso dell'emissario che si trova in via dei Pescatori subito dopo il Centro Federale FICK.


venerdì 27 maggio 2022

Progetto UnderwaterMuse - Evento finale: dal 3 al 5 giugno 2022

Tre giorni intensi dal 3 al 5 giugno 2022 tra Lecce e Porto Cesareo per l'Evento finale del Progetto UnderwaterMuse.

L'evento in Puglia si articolerà in vari momenti e attività, che trovate nei seguenti programmi (PDF Italiano / PDF Inglese), per sperimentare insieme i risultati raggiunti: la partecipazione è libera con registrazione al form: bit.ly/UnderwaterMuse_Form

Di seguito tutte le info utili in breve, confidando di incontrarci nei prossimi giorni. 

 📌 Al Museo Castromediano di Lecce si svolgerà il Convegno “Stati generali della gestione dal basso del patrimonio subacqueo”, con partecipanti da tutto il bacino del Mediterraneo, si potrà visitare la Mostra fotografica del progetto, provare l’esplorazione immersiva di relitti e reperti con visori 3D, navigare nel Portale UnderwaterMuseMap e partecipare alla visita guidata del Museo. 

 📌 Nell'Area Marina Protetta di Porto Cesareo si svolgerà la visita snorkeling ai relitti delle Colonne, delle anfore Tripolitane e alla necropoli sommersa, si potrà visitare la Mostra archeologica di Torre Chianca e partecipare alla fruizione immersiva con visori 3D. 

 📌 Negli stessi giorni, inoltre, l'evento sarà affiancato da un press tour: giornaliste, giornalisti e blogger di settore visiteranno alcuni dei luoghi più significativi del patrimonio archeologico subacqueo salentino, quali il molo adrianeo di San Cataldo di Lecce, la Riserva Naturale e Oasi WWF Le Cesine, l'Area Marina Protetta di Porto Cesareo, i sarcofagi di San Pietro in Bevagna. 

 👥 L'evento finale è organizzato da Regione Puglia-Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio ed ERPAC FVG-Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia, con Teatro Pubblico Pugliese-Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura, Poli Biblio-Museali di Puglia, Museo Castromediano, ESAC-Euromediterranean Seascapes Archaeology Center, Università del Salento, Università di Bari e Università di Foggia, in collaborazione con Area Marina Protetta e Comune di Porto Cesareo, Coordinamento Ambientalisti pro Porto Cesareo onlus e con il sostegno di Quarta Caffè. 

 🌐 Info, contatti e Segreteria scientifica: ESAC - Euromediterranean Seascapes Archaeology Center, esacpuglia@regione.puglia.it 

  • Antonella Antonazzo, Università del Salento: +393476546787, antonella.antonazzo@unisalento.it 
  • Luigi Coluccia, Università del Salento: +393335692102, luigi.coluccia@unisalento.it 
  • Claudia Pizzinato, Informest: +393356775367, claudia.pizzinato@gmail.com 

 👥 Il Progetto UnderwaterMuse-Immersive Underwater Museum experience for a wider inclusion dal 2019 si occupa di promozione e valorizzazione del patrimonio archeologico subacqueo sulle due sponde dell'Adriatico, attraverso la creazione di parchi e percorsi archeologici sommersi e l'uso di soluzioni digitali innovative per la fruizione in 4 siti campione: Torre Santa Sabina in Puglia, Caorle in Veneto, Grado in Friuli Venezia Giulia e Resnik/Siculi nella contea di Spalato in Croazia. Finanziato dal Programma di Cooperazione transfrontaliera Interreg Italia-Croazia 2014/2020, il progetto vede in partnership ERPAC FVG-Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia (Lead partner), Regione Puglia-Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio, Università Ca' Foscari Venezia, Public Institution for Coordination and Development of Split-Dalmatia County RERA S.D., Comune di Kastela. 

 🔗 Per tutti gli aggiornamenti: 

giovedì 28 aprile 2022

Presentazione del nuovo manuale di speleologia subacquea all'incontro per la Giornata Nazionale per il Diritto D'Autore


Un inaspettato successo del nostro nuovo Manuale di Speleologia Subacquea ci è stato riconosciuto nel corso della serata organizzata dal Club per l'Unesco per la giornata mondiale del libro, presso la splendida cornice della Chiesa di Santa Maria in Portico di Campitelli a Roma.

La Commissione Nazionale Speleosubacquea (CNS) della Società Speleologica Italiana, ha avuto l'onore e il piacere di essere invitata per il suo manuale, in compagnia di scrittori, autori e direttori di testate e reti. Una gratificante e bella esperienza che ci ha permesso, grazie alla simpatia e alla benevolenza di persone ben più autorevoli di noi, di condividere prospettive, contenuti, emozioni e fatti. 

Grazie al Club per l'UNESCO di Roma per l'invito e agli intervenuti per la simpatia riservataci La CNS


martedì 26 aprile 2022

Alla scoperta del mistero dell'antica e fiorente città di Bisenzio (da L'Informazione del 22 aprile 2022)

L’antica città di Bisenzio, crocevia dell’Etruria meridionale sulla riva sud-occidentale del lago di Bolsena, e il mistero della sua scomparsa. Questo vogliono indagare gli archeologi che dal 2015 stanno studiando il sito in provincia di Viterbo. Tra gli studiosi impegnati in questo importante progetto diretto dal dottor Andrea Babbi, c’è anche Davide Ivan Pellandra, sammarinese, archeologo libero professionista, che ha studiato a Roma e si è specializzato all’Università di San Marino al dipartimento di studi storici. Italia, Turchia, Grecia, Spagna i paesi in cui ha prevalentemente lavorato e lavora. In questo periodo si è concentrato in questi scavi mirati a studiare l’antica città di Bisenzio, fiorente insediamento sviluppatosi tra l’Età del Bronzo e l’Età Arcaica. “Questo progetto – ci spiega Davide Pellandra - avviatosi sette anni fa, cerca di capire perché sulla sponda sud occidentale del lago di Bolsena, una città così importante nell’epoca villanoviana, che precede quella etrusca, abbia interrotto il suo sviluppo”. 

Lo studio guidato dal dottor Babbi è cominciato utilizzando una serie di tecniche innovative: uso di droni, geo-radar e altre tecniche non invasive per cercare di documentare l’estensione dell’insediamento e per raccogliere quanti più dati possibile (vedi anche a lato). Poi, con una concessione ministeriale del 4 gennaio 2022, Decreto numero 1, gli archeologi hanno avuto il permesso di compiere indagini più approfondite, non solo di superficie, ma anche più invasive con carotaggi e scavi. Nello specifico sono stati avviati scavi archeologici subacquei. 

Anche io – racconta Davide - ho preso parte a questi scavi subacquei assieme ai tecnici della Asso (Archeologia speleologiasubacquea organizzazione). Si tratta in sostanza di ricerche e scavi in immersione, in questo caso nelle acque del lago di Bolsena in una profondità che va dai 2 metri e mezzo ai 12 metri. Devo dire che abbiamo trovato diversi reperti che ci aiuteranno a dare delle risposte agli interrogativi che stiamo cercando di risolvere”. Ma come si svolge uno scavo subacqueo? Ce lo spiega lo stesso Davide: “Sulla base di alcune indicazioni fornite da Andrea Babbi, con un gruppo di sub specialisti abbiamo individuato alcuni punti del fondale dove effettuare delle prospezioni. In queste aree abbiamo cercato di capire che cosa potesse celarsi sotto la coltre di fango. Attraverso degli appositi macchinari come ad esempio una sorbona, una sorta di grande aspirapolvere che crea il vuoto e aspira sabbia e fango, si procede a dei veri e propri scavi stratigrafici sott’acqua intervenendo con le mani per recuperare i reperti: frammenti di vasi, ossa, utensili… Ecco, abbiamo fatto proprio questo. Per due settimane abbiamo proceduto con degli scavi che dovrebbero portarci e confermare la presenza di un porto e di zone insediative. Scavi che dovrebbero dare conferma di tutte le ricognizioni fatte in una prima fase con metodi non invasiviSignificativo il ritrovamento di ossa di animali: “ci consentiranno anche di risalire a quale fosse la dieta di quel periodo”, spiega Davide Pellandra. 

Gli archeologi avevano a disposizione tre barche, un gommone e due barchini in appoggio tecnico. Poi la loro esperienza, le loro mani e il loro impegno, in condizioni non proprio agevoli se si pensa che le immersioni sono state effettuate in acque con temperature tra gli 8 e i 10 gradi. Temperature difficili da sopportare per tempi lunghi. “Nel caso specifico di Bisenzio è molto importante recuperare e classificare i reperti. La città importava vasi bellissimi di epoca arcaica, per fare comprendere quelli con figure dipinte di colore nero. Vogliamo capire il crepuscolo di questa città. Sott’acqua, se da un lato il limite è il freddo unito alle difficoltà legate all’attività di scavo in profondità, il vantaggio per gli archeologi è che l’ambiente subacqueo riesce a mantenere e conservare in maniera migliore i reperti”. Sarà importante attraverso i rilievi stratigrafici, i reperti e le ulteriori ricerche, tentare di collegare la variazione dell’insediamento all’innalzamento e abbassamento del livello delle acque del lago. Fondamentale per capire che cosa ci fosse 3000 anni fa dove adesso c’è acqua o fango o terraferma. Per questo lo studio dell’area è multidisciplinare e impegna non solo archeologi, ma anche, ad esempio, geologi e altri studiosi. Adesso il prossimo passaggio sarà “lo studio dei reperti archeologici rinvenuti. Personalmente - spiega Davide - ho curato con Andrea Babbi la redazione dei rilievi subacquei. Quindi ho, diciamo così, riportato in bella copia gli schizzi a matita realizzati su tavoletta o su appositi fogli di poliestere, materiale specifico per fare disegni sott’acqua. Poi i dati ricavati da questi scavi faranno parte di uno studio che verrà pubblicato sulle riviste scientifiche”. 

Antonio Fabbri

Che cos’è il progetto Bisenzio diretto dal dottor Andrea Babbi

Il Progetto Bisenzio nasce come progetto di ricerca multidisciplinare triennale, finanziato inizialmente dalla DeutscheForschungsgemeinschaft (DFG), sotto gli auspici della Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell’Etruria Meridionale e di fatto reso possibile in principio dalle autorizzazioni da questa concesse ed oggi dalla concessione ministeriale. Il team internazionale di ricerca è composto da prestigiosi Istituti di Ricerca, tra i quali l’ISPRA, ed è diretto dal Dr. Andrea Babbi ricercatore CNR ISPC. 

Scopo del progetto è lo studio della città “Etrusca” di Bisenzio. Il primo triennio di ricerca si è concluso nel dicembre 2017. Nel luglio 2021 ha avuto avviola seconda fase delle ricerche che consentiranno di approfondire, anche attraverso la realizzazione di carotaggi nella terraferma e nell’area del lago, il quadro delle conoscenze relativo alle trasformazioni ambientali avvenute nel corso del lungo periodo di frequentazione del sito. Ubicato lungo le sponde del settore sud-occidentale del Lago di Bolsena, l’insediamento di Bisenzio fiorì tra il IX e gli inizi del V secolo a.C. Una evidente espressione della vitalità della comunità che viveva questo territorio sono i ricchi e numerosi corredi funerari rinvenuti, attualmente in mostra presso numerosi musei e, in particolare, presso il Museo Nazionale Etrusco di Viterbo e il Museo di Villa Giulia in Roma. 

Il Progetto si propone di realizzare uno studio ampio e approfondito del sito di Bisenzio considerato come un sistema articolato in insediamento, suburbio e aree di necropoli, profondamente e dinamicamente interconnesso al territorio circostante. Le attività di ricerca realizzate da ISPRA mirano alla ricostruzione dell’evoluzione del paesaggio, nell’intervallo di tempo compreso tra l’Età del Bronzo e dell’Età Arcaica ed al riconoscimento ed allo studio delle tracce dell’organizzazione e dell’uso del territorio, attraverso lo studio dell’assetto geomorfologico e pedologico dell’area, il riconoscimento e l’analisi delle forme e dei depositi in relazione ai processi morfogenetici che le hanno prodotte e, infine, allo studio dell’assetto stratigrafico locale. 

(Tratto da www.isprambiente.gov.it e aggiornato per il presente articolo)

Dopo quasi 1.500 anni di ininterrotto splendore, la città si eclissò. Droni e tecniche innovative oltre a scavi subacquei alla ricerca di reperti 

Al principio del quinto secolo a.C., dopo quasi mille e cinquecento anni di ininterrotto splendore, Bisenzio pare eclissarsi repentinamente. È verosimile che un simile destino sia stato causato dal nuovo assetto socio-politico dei networks urbani dell’Etruria meridionale: l’affermazione dei grandi centri urbani di Vulci, Tarquinia, Orvieto, oltre all’inarrestabile innalzamento del livello lacustre generato forse da vari fattori, tra cui quello climatico. Nonostante la sua importanza, la conoscenza del sito, tanto archeologica quanto ambientale, è ancora oggi lacunosa e asistematica. 

Il progetto Bisenzio (concessione ministeriale del 4/01/2022 Decreto 1), attraverso l’impiego di indagini non invasive, come ricognizioni archeologiche di superficie, geofisica, telerilevamento e indagini cosiddette invasive, quali carotaggi, limitati e mirati saggi di scavo archeologico, integrate allo studio dei contesti recuperati nel passato e dei dati di archivio, ambisce a tratteggiare un quadro di lunga durata e di ampio respiro. L’obiettivo ultimo è quello di offrire una lettura articolata che, considerando tanto le evidenze culturali (contesti abitativi e sepolcrali, strutture difensive, tessuto viario) quanto quelle naturalistiche (evoluzione del manto vegetale, specie coltivate, fauna selvatica e da allevamento), restituisca alla storia uno dei crocevia più importanti dell’Etruria meridionale interna. 

Il progetto Bisenzio, finanziato inizialmente dalla Deutsche Forschungsgemeinschaft e attualmente sostenuto dalla Fondazione Fritz Thyssen, è diretto Andrea Babbi, ricercatore CNR ISPC in collaborazione con il Centro Ricerche Leibniz per l’Archeologia del Römisch-Germanisches Zentralmuseum di Mainz e l’Arbeitsbereich fürKlassische Archäologie dellaJohannes Gutenberg-Universität di Mainz.

(Tratto da www.ispc.cnr.it)

QUI DI SEGUITO L'ARTICOLO INTEGRALE:



venerdì 25 marzo 2022

3 aprile, EUDI Show: presentazione del nuovo manuale di speleologia subacquea SPELEONAUTI

 


Domenica 3 aprile alle ore 18,30 
 all’EUDI Show sul Palco Ferraro 
 siamo lieti di presentare il volume
 
 SPELEONAUTI
Manuale di speleologia Subacquea della Commissione Nazionale Speleosubacquea (CNS) della Società Speleologica Italiana 
 di Leo Fancello, Alessio Fileccia, Mario Mazzoli 
responsabili della CNS 
 con i contributi di diversi Collaboratori, tutti noti speleosub 

II volume lllustra in modo esaustivo e dettagliato i principali aspetti che direttamente o indirettamente riguardano le immersioni in ambienti confinati ed è scritto per coloro che: 
  • intendano avvicinarsi o vogliano sapere di più sulle immersioni in ambienti confinati; 
  • stiano frequentando un apposito corso; 
  • già esperti o praticanti, vogliano confrontare la loro esperienza con quelle di altri;
  • consapevoli della particolare attività, vogliano iniziare o proseguire acquisendo o ampliando la propria esperienza per praticarla con maggiore sicurezza. 
INFO PER l'ACQUISTO:
Edizione 2022, formato 17 x 24, pagg. 394 a colori, € 35,00
ISBN: 978-88-946643-6-2

martedì 22 marzo 2022

3 aprile 2022: presentazione del nuovo libro sulle grotte sommerse di Marina di Camerota

Domenica 3 aprile 2022, presso Eudi Show, Palco Ferraro, ore 12:30, presentazione del libro: Le grotte sommerse dell'Area Marina Protetta Costa degli Infreschi e della Masseta (Marina di Camerota) a cura di Mario Mazzoli (ASSO - Archeologia Subacquea Speleologia Organizzazione) Pierangelo Martinelli, Valerio Caronni, Gay Paolo Mario.



lunedì 28 febbraio 2022

ARCHEOFILM Firenze, 2 marzo 2022, ore 21:00: proiezione in concorso del documentario "ECCO CHE COMINCIAMO A DIPINGER CON LA PIETRA" di Massimo D'Alessandro

Mercoledì
2 marzo, alle ore 21:00, presso il Cinema "La Compagnia" di Firenze, nell'ambito della rassegna ARCHEOFILM, verrà proiettato il documentario di Massimo D'Alessandro, "Ecco che cominciamo a dipinger con la pietra" prodotto dal Parco archeologico di Ostia antica in collaborazione con A.S.S.O. onlus

Il documentario narra il lungo e complesso restauro del mosaico di un edificio termale nel grande porto degli imperatori Claudio e Traiano, frequentato per secoli dai marinai della flotta imperiale romana.

L'ingresso è libero e gratuito senza necessità di prenotazione ma con green-pass rafforzato. Il documentario partecipa al concorso per il premio del pubblico, che potrà votare in sala.

Firenze Archeofilm è il grande Festival Internazionale del Cinema di Archeologia Arte Ambiente a cadenza annuale, organizzato da Archeologia Viva (Giunti Editore) nell’ambito delle manifestazioni promosse da “tourismA”. Per ogni edizione vengono selezionati documentari prodotti a livello mondiale.

giovedì 24 febbraio 2022

Lo scavo della Villa Romana di Tor Vergata (Roma)

Nel video di Massimo D'Alessandro, realizzato durante i lavori di scavo, gli archeologi Maria Helena Marchetti e Davide Ivan Pellandra vi racconteranno la storia della Villa Romana di Tor Vergata rinvenuta grazie alle indagini preliminari del 2013 e 2014 a cura della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma e commissionate dalla società Eurospin Lazio. proprietaria dell'area. 

Il giacimento archeologico si estende per 1000 mq ed è costituito da un fitto reticolo di strutture murarie di età Romana che proseguono oltre i limiti di proprietà. Notevoli anche le aree sotterranee del complesso rilevate e documentate dalla nostra onlus A.S.S.O. 

Al termine del minuzioso e completo lavoro di documentazione dell'area questa è stata ricoperta per proteggerla in attesa di una possibile riapertura per una fruizione turistica ma ad oggi è possibile vederne le principali strutture nei pannelli fotografici esposti presso il parcheggio clienti del Supermercato Eurospin. 

I reperti più importanti rinvenuti sono stati restaurati e si trovano oggi presso l'Antiquarium di Lucrezia Romana, di cui vi consigliamo una visita.


mercoledì 23 febbraio 2022

SPELEONAUTI: IL NUOVO MANUALE DI SPELEOLOGIA SUBACQUEA

A breve sarà disponibile presso le librerie specializzate e sul sito internet della IRECO "SPELEONAUTI: IL NUOVO MANUALE DI SPELEOLOGIA SUBACQUEA" 

Frutto della collaborazione tra numerosi specialisti, sarà presentato in diverse occasioni tra cui il prossimo Eudi Show in Bologna.

Prossimamente verranno fornite ulteriori informazioni sulla pubblicazione.




venerdì 28 gennaio 2022

Disponibile la versione integrale del documentario "PROGETTO ALBANUS: DENTRO L'ANTIVO EMISSARIO"

Dopo la partecipazione a numerosi festival cinematografici internazionali e i prestigiosi premi assegnati nel corso del 2020/2021, il documentario "PROGETTO ALBANUS: DENTRO L'ANTICO EMISSARIO" di Massimo D'Alessandro (Produzione A.S.S.O./HYPOGEA) è ora disponibile in versione integrale sul nostro canale YOUTUBE. Il documentario è in lingua italiana con sottotitoli in inglese.


Awards: 
- BEST FEATURE DOCUMENTARY at 2021 New York Movie Awards 
- BEST FOREIGN DIRECTOR at 2021 Roshani International Film Festival (India) 
- SILVER AWARD BEST FEATURE DOCUMENTARY at 2021 Hollywood Gold Awards 
- 3rd Giury Award at "7th International Documentary Film Festival of Ierapetra &Awards" 2020. 
- Terzo classificato alla "IX Rassegna del documentario e della comunicazione archeologica" di Licodia Eubea (CT) 2019 

 - Official Selection FLICKFAIR On demand Film Festival 2022 
- Official Selection ESPELEOCINE 2021 - Mondonedo (Spain) 
- Official Selection FESTIVAL DE CINE ARQUEOLÓGICO DEL BIDASOA (FICAB) 2021 
- Selezione ufficiale ARCHEOFILM Firenze 2021 
- Official selection SPELEOKAMARATON 2021 
- Official selection 4th CYPRUS Archaeological Film Festival 2021 
- Official Selections Mediterranean Film Festival Cannes 2020 

Il documentario narra la campagna di esplorazione e documentazione in corso da più di tre anni da parte degli speleologi della Federazione HYPOGEA all'interno dell'antico emissario Albano. L’emissario del lago Albano, nel comune di Castel Gandolfo, cuore dei Colli Albani, è una delle più antiche testimonianze romane di ingegneria idraulica. Secondo solo alla Cloaca Massima, è una struttura di straordinario valore storico, archeologico e geologico, sino ad oggi scarsamente indagata per le enormi difficoltà esplorative. L’emissario, lungo quasi un chilometro e mezzo, consentiva il deflusso ottimale e regolabile delle acque del lago Albano dall’ingresso denominato "incile" verso l’uscita in località Le Mole di Castel Gandolfo. Un percorso che attraversando in sotterraneo la collina alta circa 300 metri, sede della residenza estiva dei Papi, dopo aver superato alcuni centri abitati e la via Appia, sfocia in località Le Mole dove sono ancora presenti dei vasconi settecenteschi destinati a lavatoi pubblici. 

Nel 2013 la Federazione Speleologica HYPOGEA, costituita dai tre maggiori gruppi speleologici romani specializzati in esplorazione e documentazione di antiche cavità artificiali ASSO, Egeria Centro Ricerche Sotterranee e Roma Sotterranea, decide di affrontare in modo sistematico e con tecniche avanzate per la prima volta l’esplorazione completa dell’emissario del lago Albano. Si pone l’obiettivo di realizzare la mappatura topografica completa, l’analisi costruttiva dettagliata e, aspetto non secondario, acquisire dati sufficienti per valutare un progetto di recupero e valorizzazione che permetta finalmente, dopo più di duemila anni, di restituire alla comunità questa importante opera di ingegneria idraulica antica. Nasce così il "PROGETTO ALBANUS"